E’ un pò di tempo che questa canzone di un gruppo Québécoise: “Les Cowboys Fringants” mi fa da colonna sonora, il testo è stupendo…è stata scritta nel 2019, ma è attuale più che mai, questo è il video:
Queste sono le parole:
Encore un jour à se l’ver
En même temps que le soleil
La face encore un peu poquée
D’mon quatre heures de sommeil (yeah!)
J’tire une coup’ de poffes de clope
Job done pour les vitamines
Pis un bon café à l’eau d’mope
Histoire de s’donner meilleure mine
J’prends le Florida Turnpike
Demain soir ch’t’à Montmagny
Non trucker c’pas vraiment l’Klondike
Mais tu vois du pays (yeah!)
Surtout ça t’fait réaliser
Que derrière les beaux paysages
Y’a tellement d’inégalités
Et de souffrance sur les visages
La question qu’j’me pose tout l’temps :
Mais comment font tous ces gens
Pour croire encore en la vie
Dans cette hypocrisie?
C’est si triste que des fois quand je rentre à la maison
Pis que j’parke mon vieux camion
J’vois toute l’Amérique qui pleure
Dans mon rétroviseur…
Moi je traîne dans ma remorque
Tous les excès d’mon époque
La surabondance surgelée
Shootée, suremballée (yeah!)
Pendant qu’les vœux pieux passent dans l’beurre
Que notre insouciance est repue
C’est dans le fond des containers
Que pourront pourrir les surplus
La question qu’j’me pose tout l’temps :
Mais que feront nos enfants
Quand il ne restera rien
Que des ruines et la faim?
C’est si triste que des fois quand je rentre à la maison
Pis que j’parke mon vieux camion
J’vois toute l’Amérique qui pleure
Dans mon rétroviseur…
Sur l’Interstate 95
Partent en fumée tous les rêves
Un char en feu dans une bretelle
Un accident mortel (yeah!)
Et au milieu de ce bouchon
Pas de respect pour la mort
Chacun son tour joue du klaxon
Tellement pressé d’aller nulle part
La question qu’j’me pose tout l’temps :
Mais où s’en vont tous ces gens?
Y’a tellement de chars partout
Le monde est rendu fou
C’est si triste que des fois quand je rentre à la maison
Pis que j’parke mon vieux camion
J’vois toute l’Amérique qui pleure
Dans mon rétroviseur…
Un aut’ truck stop d’autoroute
Pogné pour manger d’la ch’noute
C’est vrai que dans la soupe du jour
Y’a pu’ tellement d’amour (yeah!)
On a tué la chaleur humaine
Avec le service à la chaîne
À la télé un aut’ malade
Vient d’déclencher une fusillade
La question qu’j’me pose tout l’temps :
Mais comment font ces pauvres gens
Pour traverser tout le cours
D’une vie sans amour?
C’est si triste que des fois quand je rentre à la maison
Pis que j’parke mon vieux camion
J’vois toute l’Amérique qui pleure
Dans mon rétroviseur…
Ouais, n’empêche que moi aussi
Quand j’roule tout seul dans la nuit
J’me d’mande des fois c’que j’fous ici
Pris dans l’arrière-pays (yeah!)
J’pense à tout c’que j’ai manqué
Avec Mimi pis les deux filles
Et j’ai ce sentiment fucké
D’être étranger dans ma famille
La question qu’j’me pose tout l’temps :
Pourquoi travailler autant
Éloigné de ceux que j’aime
Tout ça pour jouer la game
C’est si triste que des fois quand chu loin de la maison
Una canzone per il fine settimana, quello in cui i camionisti tornano a casa (non sempre….)
“Camionista tu” è dedicata da una ragazza a suo papà camionista, lei si chiama Melany, il genere è il neomelodico, la storia è quella di tanti nostri colleghi, sempre in giro su e giù per le strade d’Italia e d’Europa per non far mancare niente alla famiglia… niente tranne la propria presenza.
Negli ultimi mesi, ma sarebbe meglio dire negli ultimi anni, circola insistentemente la notizia che mancano nuovi autisti, sia in Europa che nel nord America. La preoccupazione principale è che quando andranno in pensione tutti gli ultra cinquantenni, che ora sono la maggioranza, non ci saranno abbastanza giovani in grado di sostituirli, e, incredibile ma vero, dei camionisti ce n’è un gran bisogno!
Ma come mai i giovani non vogliono più fare i camionisti? Le risposte possono essere tante e diverse, le più frequenti sono che gli autisti non sono pagati abbastanza per il lavoro che svolgono, e che conseguire patenti superiori e CQC costa troppo sia in termini di soldi che di tempo. Una volta, almeno in Italia, la maggior parte dei ragazzi prendeva la patente a militare e poi la convertiva, in più si faceva esperienza sul campo accompagnando padri, zii, amici nei loro viaggi (cosa ormai VIETATISSIMA da anni). E, mia personale opinione, sbagliatissima. Chi ha imparato il mestiere in quel modo era molto più preparato alla guida, nelle manovre e nelle operazioni di carico/scarico di chi oggi esce da un lungo corso teorico con qualche ora di guida, ma che tutte sommate fanno poco più di un viaggio medio che si effettua in una normale giornata di lavoro. E i risultati si vedono sulle strade… Tornando alla carenza di autisti, ogni tanto vengono organizzati e finanziati corsi da varie associazioni per invogliare un po’ di giovani…
Ma bisognava fare qualcosa di più per avvicinare i ragazzi al mestiere, per fargli credere che…
Cosi negli ultimi anni sono fiorite, in tutta Europa, trasmissioni, format, reality, che hanno come protagonisti i camionisti e il loro lavoro sulle strade del continente. Un mestiere avventuroso, pieno di soddisfazioni, anche con problemi e imprevisti da risolvere, ma che i nostri “eroi dell’asfalto” affrontano col sorriso sulle labbra portando sempre a termine con successo la loro missione: consegnare il carico in tempo! E a fine giornata, soprattutto quelli italiani, si ritrovano in trattoria, dove come vuole la leggenda, si mangia bene e tanto spendendo il giusto.
Ma tutto questo non era sufficiente. Cosi hanno pensato di rivolgersi alle donne. Le stesse donne che ancora, in alcuni casi sono discriminate, ma in carenza di autisti maschi si potrà far andar bene anche loro! E cosi ecco le nostre “regine della strada” che affrontano viaggi impegnativi, carichi gravosi da sistemare, manovre millimetriche, nello stesso modo dei più grintosi colleghi uomini, dimostrando che questo è un lavoro che possono fare tranquillamente anche le giovani fanciulle.
Riusciranno queste trasmissioni a inoculare il seme della passione nelle giovani leve?
Perché se manca la passione, e credo sia proprio quella la carenza principale, le persone sul camion a fare vita randagia non ci salgono di sicuro. Nelle trasmissioni gli autisti lavorano tutti per ditte serie, rispettano tutte le regole, vengono trattati bene. Non è che non esistono aziende cosi, anzi, ci sono e probabilmente loro non avranno mai problemi a trovare autisti. Ma nella realtà ci si scontra troppo spesso con situazioni molto diverse, dumping sociale, stipendi all’osso, contratti capestro, regole assurde. E ancora porte sbarrate, come in questo periodo di pandemia dove tante volte gli autisti non sanno nemmeno dove lavarsi la faccia se non con l’acqua che hanno nel loro bidone o con le salviette umidificate. Sui servizi igienici stendiamo un velo pietoso, quando chiedi e te li negano cosa fai? Vai a farla sotto il camion? E la sera non sai dove cenare perché i ristoranti sono chiusi… praticamente sei trattato come l’ultima ruota del carro, sei solo un numero, non una persona.
Allora queste belle trasmissioni, perché poi sono belle e avventurose, rimarranno solo delle belle trasmissioni, come i telefilm di “BJ MacKay”, di “Movin On” e di “Due assi per un turbo” che da ragazzi guardavano, sognando di vivere le medesime avventure, i camionisti over-cinquanta che ormai sono quasi a fine carriera!
Vi state chiedendo come mai vi propongo un video del 1959 dell’Istituto Luce?
Ve lo dico subito, perchè racconta un pezzo della nostra storia, quando le autostrade erano ancora in costruzione e si viaggiava principalmente sulle vecchie strade statali. Perchè si vedono tante vecchie auto e tanti vecchi camion di cui molti/e di noi non hanno mai visto il passaggio e perchè parla anche del lavoro dei camionisti: “I trasporti su strada ogni giorno si incrementano sviluppando la giovane categoria di lavoratori, i camionisti che alla guida dei loro enormi autotreni divorano chilometri e chilometri da un punto all’altro della penisola….”
Prendetevi il tempo di guardarlo questo video, ne vale la pena, parla di anni pieni di speranze e di entusiasmo!
L’unica cosa che purtroppo – per noi – non si è avverata è la predizione finale:
” L’Autostrada del Sole appare già come una tra le realizzazioni più perfette in questo campo, altre autostrade sono state già approvate dal governo e si aggiungeranno a questa fornendo la penisola di una viabilità efficiente che eliminando pericoli darà sicurezza e snellirà il traffico. Anche i nostri camionisti avranno una vita meno dura e pur intensificando la loro attività disporranno loro, uomini della strada di molto più tempo da dedicare alle gioie della casa.”
A chi si preoccupa (giustamente) di non poter prendere l’aereo per poter tornare a casa, guardate questo video di dove sono stati “buttati” i nostri colleghi che volevano tornare in continente dalla Gran Bretagna…
Si intitola Gardel – la mia vita sulla strada” questo piccolo libro di Francesca Ivol, lo sto leggendo ed è molto poetico, lo è come solo i racconti di un camionista che ha vissuto la strada con passione possono essere. E’ tutto li il segreto, amare quello che si fa e ricordarsi soprattutto le cose belle relegando i brutti ricordi in un angolo. La stada fa vivere una vita che altrimenti ci sarebbe preclusa, ma sta a chi la vive capirla.
Io leggo tutti i libri di camionisti che riesco a trovare, anche questa è una passione!
Gardel è un camionista argentino, figlio e nipote di camionisti, nato sul camion e cresciuto tra i motori. Ha una passione: scrivere le straordinarie avventure che vive sulla strada. Leggendo il suo diario ci perderemo in un mondo meraviglioso, sogneremo davanti ai paesaggi unici dell’Argentina degli anni Settanta, fuggiremo dagli alieni, cercheremo punte di frecce indiane sulle montagne, vedremo balene, pinguini e fantasmi, guideremo per migliaia di chilometri ridendo, piangendo e amando con lui ed il suo camion.
“The weight of dream“, (Il peso dei sogni”) il film di Francesco Mattuzzi, alla fine sono riuscita a vederlo!
Non quando è uscito perchè purtroppo non è stato proiettato ovunque, non in TV alla fine dello scorso anno, perchè l’ho scoperto solo dopo che lo hanno trasmesso, ma l’altra sera su RAI PLAY.
Finalmente!!
Ci tenevo molto a vederlo, anche perchè Fabrizio me ne aveva parlato bene, e perchè avevo avuto occasione di conoscere Francesco a un pranzo delle Lady Truck dove aveva partecipato insieme a Fabrizio.
Mi è piaciuto, anche se io non ho gli stessi sogni dei protagonisti, una coppia di camionisti che sognano un giorno di formare una famiglia con tanti bambini, il mio sogno è quello di restare per sempre su un camion, di continuare a viaggiare e purtroppo so che un giorno finirà, ma solo per i limiti d’età! Faccio i miei complimenti a Francesco per avere dedicato un film al nostro mestiere, facendo vedere come è cambiato negli ultimi anni, le problematiche che si sono create nel mondo dell’autotrasporto nell’Unione Europea.
Iwona spiega la situazione dei camionisti polacchi in seguito all’emergenza coronavirus: le stesse discriminazioni che ci sono anche in Italia. Le merci devono continuare a viaggiare per garantire gli approviggionamenti necessari alla comunità, ma degli autisti non si preoccupa nessuno o quasi….
Buona strada a tutti sempre, soprattutto in questi giorni.
Un pò di video trovati su You Tube che raccontano la situazione che stanno vivendo i camionisti e le camioniste in questi giorni di emergenza, come sempre e più di sempre manca il rispetto per gli autisti… qualcuno si dovrebbe ricordare che non è tutto dovuto…
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