Posts Tagged "personaggi"

Finalisti YETD

 
Scania_Yetd_2Sabato 8 maggio si è svolta presso la sede d'Italscania a Trento la semifinale italiana della gara organizzata da Scania per i giovani autisti europei. Hanno partecipato i trenta concorrenti che avevano superato la qualificazione alle semifinali. Nell'incontro di Trento, si sono sfidati in tre prove: un test teorico sulla guida e la sicurezza, una prova in circuito con ostacoli sull'abilità nelle manovre e un test di guida sicura ed economica, che simula la reale operatività su strada.

Da questa competezione è uscito l'elenco dei dieci finalisti italiani, che il prossimo 12 giugno si contenderanno il titolo di Campione italiano YETD. Chi lo conquisterà, porterà i colori azzurri alla finale europea, che si svolgerà in Svezia nel prossimo ottobre, dove è in palio per il vincitore un trattore Scania R. Ecco l'elenco dei finalisti italiani:


Maurizio Caresta di Cesena
Edy Di Rocco di Arsiè (BL)
Giuliano Di Ciancia di Moncalieri (TO)
Giovanni Dissegna di Rossano Veneto (VI)
Andrea Dissegna di Rossano Veneto (VI)
Diego Dragoni di Villanova Sillaro (LO)
Daniel Nicoli di Trescore Balneario (BG)
Gianluca Romani di Pergine Valsugana (TN)
Gherhard Thaler di Terlano (BZ)
Ezio Vinai di Villanova Mondovi (CN)

 


BUONA STRADA A TUTTI e Vinca il Migliore!!!

 

 Tratto Da Camionfera…..
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Cuoco ad Alta Velocità

Intervista a Massimiliano Portioli,
cuoco ad alta velocità

Massimiliano Portioli

Massimiliano Portioli

Massimiliano Portioli, nato a Suzzara il 12 dicembre 1980 e residente a San Benedetto Po’, ama anche il dettaglio più insignificante del suo lavoro.

Percorrendo i paddock di tutto il mondo, ci ha reso partecipi della sua vita ad alta velocità tra motorhome, piloti e curiosità.

Quali studi hai effettuato?
Ho frequentato la scuola alberghiera di Nazarano di Carpi, in provincia di Modena, dal 1994 al 1996.

Quali sono state le tue prime esperienze lavorative?
Inizialmente ho lavorato presso ristoranti di cucina tipica modenese e in ditte di catering, sempre a Modena, nel ruolo di “tuttofare”.

Quale ruolo svolgi, attualmente, in senno alla Renault?
Sono il cuoco italiano che si occupa di test e gare per la stagione 2010. Non sono l’unico cuoco delle cucine: collaboro con altri 3 chef suddivisi in due hospitality, una chiamiamola “degli inglesi” dove lavoriamo io e il mio collega Daniel Bell, invece nell’altra “dei francesi” lavorano appunto un cuoco francese e un altro italiano.

Come si organizza un week end di gara? Cosa mangiano i piloti?
Di solito, il lunedì antecedente il gran premio, si arriva in circuito e si comincia a montare i motorhome e a organizzare le spese e gli ordini della settimana, dalle bevande ai cibi, dalle carni alle verdure e tutto il necessario!

Dal martedì si inizia a cucinare davvero per circa una ventina di persone. Il menù è molto semplice: un primo, un secondo caldo, insalate varie, dolci e frutta; il mercoledì è molto simile al martedì, con la sola differenza che bisogna cucinare per più persone, circa 35. Il mercoledì è anche parecchio importante perché è il giorno nel quale ultimiamo le spese e gli altri ordini da effettuarsi, con l’avvicinarsi del vero week end di gara, si è molto impegnati, non c’è molto tempo per uscire.

Il giovedì iniziamo alle 08.30 di mattina circa, spostandoci dall’hotel al circuito con tutto il team. La squadra pranza alle 13.00 circa con due primi, due secondi, tre contorni, sei o sette insalate a buffet, dolci come per esempio torte, mousse o yogurt. Abbiamo circa 80 persone da sfamare tra le due hospitality, suddivisi più o meno in 55 inglesi e 25 francesi e ovviamente bisogna aggiungere i rispettivi ospiti tra giornalisti e sponsor. Il giovedì è per antonomasia il giorno dedicato ai giornalisti e alle PR ed è per questo motivo che i piloti, mangiano, quando hanno tempo, tra un’intervista e l’altra. Di solito la cena di serve verso le 19.00, riservata al team e comprende un primo, una zuppa, un secondo di carne, uno di pesce, tre contorni e un dolce.

Il venerdì inizia a essere più impegnativo perché alle 07.00 siamo già in circuito a preparare per la squadra, la tipica colazione inglese composta da uova fritte, in camicia, strapazzate, bacon, salsicce, pomodori grigliati, fagioli in salsa di pomodoro, funghi trifolati e croissant, quest’ultime, però, vengono servite dalle 08.00 alle 09.00. Immediatamente dopo bisogna iniziare a preparare il pranzo. Il team pranza alle 13.00, ma tra ragazzi della squadra e ospiti, bisogna davvero correre! I piloti pranzano alle 12.30 e di solito con pasta al pomodoro o insalate di pollo, sia Fernando (Alonso), che Nelson (Piquet) o Romain (Grosjean) che sia. Alle 19.00 serviamo la cena con le stesse modalità del giovedì.

Il sabato la colazione è sempre alle 08.00, ma alle 12.30 il team ha uno snack al posto del pranzo perché non ha il tempo materiale per affrontare un pasto all’interno del motorhome così mangiano nei garage con panini, pizza o cose simili. I piloti pranzano sempre alle 12.30 con pasta al pomodoro o prosciutto e mozzarella o insalata di pollo. Durante le qualifiche, di solito mangiano gli ospiti dei vari sponsor, quando ci sono, perché non è detto che ne abbiamo sempre. Finalmente alle 15.30 i ragazzi del team pranzano per davvero, il tutto servito a buffet. A causa del “park fermé”, il sabato sera, di solito, non effettuiamo la cena in circuito, verso le 18.30 rientriamo in hotel.

La domenica c’è un’atmosfera di grande fretta per essere pronti il prima possibile e nel migliore dei modi. La colazione di solito, sempre alle 08.00, il pranzo dei piloti è alle 12.30 o comunque e sempre si svolge due ore e mezza prima della partenza della gara. Il pranzo del team è alle 12.00 e gli ospiti pranzano subito dopo. Cerchiamo di sgomberare quasi subito l’hospitality per essere pronti, anche noi, per la partenza e per poter guardare la gara in santa pace, ma per le 17.30 dobbiamo già preparare la cena per il team, l’ultima del week end e quindi, la domenica, il relax è parecchio limitato. Ovviamente questo programma viene rispettato in occasione delle gare europee quando gli orari sono quelli standard, altrimenti è tutto parecchio differente, a seconda delle necessità televisive.

Chi sceglie i menù?
I menù li facciamo noi chef in base ai prodotti che troviamo sul luogo, abbiamo i nostri fornitori di prodotti italiani ormai in tutto il mondo e anche in occasione delle gare nei posti più bizzarri, riusciamo a trovare tutto. Dopo anni di lavoro per il team conosciamo i gusti dei ragazzi e quindi sappiamo come accontentarli, ci proviamo tutte le volte, anche con le richieste più strane. Per aiutarci, ci consultiamo tra di noi nelle preparazioni, nel senso che magari io faccio i dolci, un altro le carni, un altro il pesce e così via. Lo stesso discorso vale per la spesa: insieme si guarda cosa manca e si fa il punto.

Come sono l’atmosfera della gara e quella della vittoria?
Quando c’è la gara si è sempre un po’ tesi o preoccupati, soprattutto durante la partenza: si vive con ansia fino alla fine, chiaro, che quando ci si gioca la vittoria, si è molto più agitati e nervosi, e io ci sono passato nel 2005 e nel 2006! Quando finalmente la vettura taglia il traguardo e vince, c’è un’esplosione di gioia immensa, è indescrivibile: sembra la fine dell’incubo! Nessuno può mai sapere cosa possa accadere, una rottura, un incidente, un temporale improvviso, ogni cosa può rovinare tutto e subito! La sera dopo aver smontato, si festeggia, anche se si è stanchi morti e anche con colleghi di altre squadre perché alla fin fine, siamo avversari sul campo, ma fondamentalmente siamo tutti amici e ci rispettiamo.

Il mondo della F1 sembra fatto d’oro zecchino: champagne, feste, VIP, belle donne e lusso sfrenato… ma è davvero così magico o è tutta apparenza?
All’inizio può essere magico, lo era per me: tutte cose nuove, che ti immagini chissà come, che hai visto solo dalla televisione. C’è moltissima apparenza, dal camion lucidato a fondo ai fiori davanti ai motorhome, alle mega hospitality che fanno molta più scena, ma in pratica dentro ad esse si fanno le stesse cose che si facevano sotto alle tende nella Formula 1 di venti anni fa… non so se rendo l’idea!

In Formula 1 è più importante essere o apparire?
Penso che la domanda precedente abbia già detto tutto, in Formula 1 conta molto apparire. Pensa solo all’ultimo circuito di Abu Dhabi… se non è appariscente quello…

Lavori per un grande costruttore come Renault. Quella di lavorare in F1 è da sempre stata la tua ambizione oppure ci sei finito per caso?
Ci sono finito per caso grazie a un piccolo passaparola tra cuochi. Un piccolo colloquio con il catering manager, Simona Legati, e via in giro per il mondo da un momento all’altro!

Massimiliano Portioli

Massimiliano Portioli

Quale personaggio ti ha colpito più di tutti, in positivo o in negativo, in questi anni al servizio della F1?
Flavio Briatore, è la persona più di spicco ma anche più semplice che io conosca.

Che cosa ti appaga di più nel tuo lavoro?
L’esperienza di vita che ti da! Passi dal parlare molte lingue, al conoscere nuove culture, dai paesi che visiti ad apprendere nuovi piatti di cucina che puoi osservare solo nei ristoranti dei posti dove andiamo!

Quali sono i pro e i contro di questa esperienza lavorativa?
I pro sono quasi ovvi direi… viaggi per il mondo, conosci nuova gente, ti fai un’esperienza di vita non indifferente, lo stipendio. Se in più ti piace la F1… vai a nozze!
I contro sono che se hai una famiglia a casa non è il massimo della vita e poi ultimamente, con questa crisi, in una gara ci sei e nell’altra forse.

Quali consigli daresti a un ragazzo che vuole seguire il tuo esempio?
Presentarsi dai vari catering con tanto di curriculum in inglese, parlarlo, dare la massima disponibilità e sperare in una chiamata o magari in un passaparola come è successo a me… che alle volte è la miglior soluzione!

Questa intervista ha diversi mesi, nella Formula1 sono cambiate diverse cose, non so cosa stia facendo ora; la sua esperienza dimostra che vale la pena di perseguire un sogno e che ogni esperienza rappresenta un accrescimento…

Buona Strada a Massimiliano e a coloro che perseguono il loro Sogno!!!

gisy

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Mastini si diventa…

Questo post è un regalo per una Lady Truck,
sapete che diverse sono arrivate ai camion dopo aver condotto gli autobus, preferendo il trasporto merci…
Ho trovato un viso noto e l'ho ripropongo affettuosamente, so che ci faremo sopra una risata collettiva.dolce milly

L'avete riconosciuta? Mastini si diventa!!!
Buona strada sempre al Mastino e a tutte/i !!!

gisy

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Un regalo dall'Olanda

car lady truck

GRAZIE Josephine!!!!

BUONA STRADA!!!

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È morto Apollinare Veronesi, il «patriarca»

LUTTO NEL MONDO IMPRENDITORIALE. A quasi 99 anni, è spirato ieri mattina all'ospedale di Borgo Trento. Domani i funerali

Nel 1958 fondò quello che sarebbe diventato l'impero dei mangimi, degli allevamenti e del Pollo Aia

Verona. Può un'economia essere in lutto? Se la risposta è sì, l'economia veronese è in lutto. Ieri alle 7, all'ospedale di Borgo Trento, per una crisi respiratoria, è morto Apollinare Veronesi. Il 28 agosto avrebbe compiuto 99 anni. Nono di dieci figli di un mugnaio di Lugo di Valpantena, con mulino a Bellori, aveva cominciato a lavorare a 12 anni e a 15 era diventato il primo collaboratore del padre. A 94 anni andava ancora in ufficio, nello stabilimento di Quinto, cuore della sua attività. Poco tempo prima, ad un compleanno, aveva confidato: «Alle 7 e mezzo sono in ufficio. Dopo aver letto i giornali, illustro ai collaboratori le mie idee. Mi alzo di notte e le annoto sui fogli. Il problema è realizzarle tutte».
Tra quei 12 e quei 94 anni c'è la storia straordinaria di un uomo che ha creato uno dei maggiori gruppi agroalimentari europei, il primo gruppo industriale veronese, un personaggio che ha fatto la storia del settore agroalimentare italiano al pari di Serafino Ferruzzi, Piero Barilla, dei Ferrero.
Era umile e vulcanico. Ha messo al centro il lavoro, non ha mai dimenticato la famiglia. Il secondogenito Giordano (gli altri figli sono Carlo, Marcella, Luisa e Bruno), oggi presidente della holding che controlla un vero «impero» dell'industria italiana, prima dei due mandati alla presidenza degli industriali veronesi, prima di altri incarichi di prestigio e della laurea in veterinaria, era stato mandato dal padre per un anno a scaricare sacchi e per un altro a fare il rappresentante di mangimi. Una punizione terribile, un padre terribile? Ricorda Giordano Veronesi: «Quei due anni sono rimasti i più formativi della mia vita. Mio padre è stato il primo educatore mio e dei miei fratelli. Ci ha insegnato che nella vita- e in azienda- non c'è nulla di regalato. Bisogna dare, poi, forse, arriva qualcosa».
La data di nascita del Gruppo Veronesi è il 1° maggio 1958. Quel giorno Apollinare (porta il nome del santo patrono di Lugo), prendendo il volo dal mulino paterno, fonda, per un'intuizione tutta sua, a Quinto di Valpantena, con 13 dipendenti, il primo mangimificio industriale italiano: l'Italia deve dotarsi di una zootecnia moderna, Verona deve partire dall'agricoltura per lanciarsi nelle attività industriali, la Valpantena della povera gente deve riscattarsi. È un successo e insieme l'inizio di una sfida più grande, che coinvolge un numero crescente di collaboratori, prima centinaia, poi migliaia, trascinati dall'entusiamo del fondatore.
Negli anni Settanta e Ottanta anche altri imprenditori veronesi si lanciano nell'attività agroalimentare, come i Grigolini, gli Armellini, i Ferro. Veronesi lancia il Pollo Aia, gli altri il Pollo Arena. Verona diventa, grazie a tutti loro, la capitale dell'avicoltura italiana. Alla fine vince lui, con i figli Carlo, Giordano e Bruno in prima fila. I dati del fatturato consolidato 2009 saranno pronti a giorni. I dati 2008 parlano chiaro: il gruppo ha retto alla crisi, è cresciuto in tutti i settori dove ciò è stato possibile: 2 miliardi e 200 milioni di euro di fatturato (+ 12,4 per cento sull'anno precedente), esportazioni per 269 milioni di euro, investimenti record pari a 113 milioni (+ 44,4 per cento sull'anno prima); aumento dell'occupazione diretta (250 nuovi assunti) e indiretta. L'Aia nel 2008 è stata la prima azienda avicola d'Europa e ha registrato incrementi sia di quantità sia di fatturato. La Veronesi SpA, nello stesso anno, ha segnato un record nella produzione di mangimi. Dietro a questo, c'è l'eredità di Apollinare, il suo insegnamento. «Non so cosa chiedere di più al Padre Eterno- aveva detto ad una recente premiazione dei dipendenti anziani-. Ho avuto la soddisfazione di aver fatto qualcosa, per il bene di tutti».
Domani, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Grezzana, avranno luogo i suoi funerali. Apollinare Veronesi aveva 98 anni. Ha fondato il gruppo che porta il suo cognome 52 anni fa.
 


 

Vi riporto questa notizia perchè il sig. Veronesi è stato il mio datore di lavoro che mi ha affidato i trasporti per il nord Italia. Sono orgogliosa di portare il suo marchio e ora tocca a me augurargli…. buona strada…..
..Rosa

 

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Altopiano di Asiago

Sfilata sulla neve, organizzata dall'HTT…


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Buona Strada LILIANA!!!

A tutte noi ha sempre portato un rispetto esagerato, lei che non guidava neanche l'automobile, riteneva che guidare un camion fosse "un'impresa ciclopica", lei che aveva investito tutte le sue forze a costruire il tessuto di un'Associazione come l'ALTS e ha provato sulla sua pelle, la malattia, che domenica se l'è portata via!
 

VOGLIA DI LEGGEREZZA

 

Scritto da Liliana Dama, Guida Editore   
Che succede se improvvisamente la vita si fa buia? Che cosa accade se, a un certo punto, e quando non te lo aspetti, irrompe nella tua esistenza la malattia? Succede ciò che è capitato a Liliana Dama, sociologa, impegnata da tempo nel volontariato, moglie e mamma di medici, per giunta entrambi oncologi: torni a riconsiderare la tua esistenza e capisci che il futuro non potrà essere come è stato il passato ma che, proprio dal passato, puoi trovare le energie per poter continuare ad andare avanti.

Ristrutturando te stessa, mettendo in ordine le cose, riconsiderando le priorità, aggrappandoti a spezzoni della tua esistenza che ti hanno regalato momenti felici. Liliana Dama ha raccontato questo e altro in Voglia di leggerezza (edizioni Guida, pagg. 58, euro 8,50, da oggi in libreria), un diario intimo rivolto al pubblico, il racconto di grandi malinconie ma anche di grandi gioie. «Ogni volta che mi sento triste – scrive l’autrice, chiudendo il libro – guardando l’universo, mi riconcilio con il mondo. Tanta bellezza, tanti colori, tanta musica, appartengono al mio passato, al mio presente e spero anche al mio futuro. La mia anima può così abbandonare il cancro e, chiudendo gli occhi, lasciarsi cullare dalla bellezza del mare e dalla leggerezza dei ricordi».

Un inno alla felicità, appunto. Che fa da contrasto alla malinconica citazione iniziale di un passo di Giampaolo Rugarli: «Rimane la circostanza che mi è stato tolto non un insignificante pezzo di vita, bensì un giardino incantato dove, con la fantasia, anche oggi mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe indugiare». È questo contrasto – tra il bianco e il nero, tra la gioia e il dolore – il filo conduttore di un racconto che è innanzitutto un caldo invito alla riflessione sul senso della vita, una fermata (necessaria) nella nostra folle corsa quotidiana. Del dolore dell’autrice scrive in prefazione il marito, Giuseppe D’Aiuto, oncologo, una vita trascorsa tra chi soffre, punto di riferimento di migliaia di donne operate di tumore al seno. Anche il suo racconto è coinvolgente perché è in equilibrio tra la figura del medico e quella del marito: «Quando scambi la vita con la sofferenza degli altri, allora essere medico ti restituisce per lo più il lato colpevole della felicità, l’illecito di quel profondo desiderio di vivere».

 BUONA STRADA LILIANA!!!!

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Buona Strada Jessica!!!

02012008012In questi anni, frequentando l'Associazione NOIPERLORO, abbiamo sempre dovuto confrontarci con la consapevolezza dei ragazzi che può non esserci un domani, può essere l'ultimo giorno per sorridere ai tuoi amici… E' stato bellissimo sentire quando uno di loro, rivolgendosi a Milly che si stava impegnando a disegnare cartelli stradali gli ha detto:" Meno male che fai la Camionista, perchè di disegnare non sei capace!!!" ; oppure due sorelline, una voleva fare da grande la maestra e l'altra :"Ma io non so, se diventerò grande!!!"; queste frasi ci hanno legato ancor di più a loro, spronato a ritagliarci il tempo per portare un piccolo aiuto; il Profess Izzi che ripete sempre che l'incontrarci è per loro un'emozione e tante volte non sa come fare a dirgli che non li può portare perchè troppo deboli… Ragazzi con le pulsioni dei              coetanei ma a volte senza energie per poter anche 02012008013solo correre… Così abbiamo conosciuto Jessica, adolescente in cura, ma spiritosa e loquace, che ci riempiva di domande e così la vogliamo ricordare… Come l'ultima volta che ci ha ricevuto, alla cena, dove LORO hanno voluto ospitarci e con la simpatia di una ragazza con la Vita davanti, :" Finalmente siete arrivate, mancavate solo Voi!!!"
Ritrovemo il Prof, Fiorenza, Nella, i ragazzi e tutti gli altri Volontari, ma la mancanza di Jessica e delle sue domande, dovremo cercarle solo nei nostri ricordi.
Per ricordare Jessica, solo alcune foto di quella serata, in rispetto del dolore dei suoi amici e familiari.

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http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/37466/Jessica_stroncata_dalla_leucemia_a_17_anni.html

Un Abbraccio, Buona Strada a Jessica!!!

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Incontri on the road – 3

 

Giovedi.. direzione Nord.. giornataccia di grandine.. poi sole.. e poi ancora neve …
cammino tranquilla tranquilla.. godendo la strada al telefono di tanti amici ..

cammin cammino.. poi un frigo.. aspetto la mini che sorpassa, metto la freccia… E……

ASPETTA UN ATTIMO!!! MA QUESTA è LA SIRENETTA!!!!!!

quel camion.. unico al mondo è inconfondibile.. visto milioni di volte sui giornali specializzati .. i raduni.. alla tv… ma siiiii è
 

 le sfanalo.. mi ci accosto… le suono
(ahahhah la bm che abborda la camionista hihihihi ) ..
con il braccio le faccio segno di guardare la targa .. quella targa fuxia sfavillante che alberga quieta e serena sul mio lunotto …
e le vedo stendersi un bellissimo sorriso sul volto che ha rischiarato il cielo di quella mattina e mi fa segno con le dita vicino alla bocca se.. "ci prendiamo il caffè"…
figuriamoci se non coglievo al volo l'invito!!!

mi ci accosto.. e la seguo fino al prossimo autogrill..parcheggio tra le macchine skizzo fuori come una faina e saltello fino al suo camion… che regna imperante nel piazzale…

arancione brillante.. cromature .. tutto un packaging di hello kitty sul cruscotto .. e la scritta a led luminosi ""…

sullo sportello la rirenetta con la cornicie di bollicine tutto intorno sulle portiere.. è un gioiello.. non un camion..

che emozione.. vederlo dal vivo fa emozionare .. quanta dedizione riposta dalla Anto in quel suo compagno di lavoro .. accudito come un bambino.. e sfavillante come un drago arancione che sputa fuoco in tutta la sua potenza!

APRE LA PORTA E MI CI TUFFO PER ABBRACCIARLA..
ci presentiamo.. ci scambiamo qualche risatina.. parliamo.. parliamo.. parliamo … e parliamo.. ci facciamo scattare qualche foto dal bisarchista (simpaticone che ci ha anche opfferto il caffè… ) che potesse immortalare quel  "meeting on the road"
rimaniamo a parlare per un po.. credo sia passata un oretta anche se alla fine in queste occasioni il tempo vola ..

mi ha emozionato sapere dei suoi camion.. dei suoi tragitti.. della sua vita..
 si è aperta con me da subito come se ci sonoscessimo da anni.. riflettendo la sua personalità di donna entusiasta della vita onthe road.. del suo lavoro e i sacrificiper i camion .. della strada.. con la semplicità e la modestia che la contraddistingue ..

che persona dolce ..solare ..  brillante ..
ho trovato un altra amica ..

 

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Sabo Rosa

Bologna, 8 marzo 2010

 

L’ammortizzatore Sabo Rosa 2010 alla vigilessa del fuocovigile del fuoco

 
Il Sabo Rosa 2010 è andato a Elena Scognamiglio: unica vigilessa del fuoco in servizio permamente effettivo nella provincia di Bologna. Elena è una delle 20 donne pompiere in Italia e da sei anni guida a tutta velocità le autoscale e gli altri mezzi pesanti che dalla centrale della Dozza, a Bologna, partono per soccorrere e, spesso, salvare vite umane. Così la bolognese Roberto Nuti Spa ha deciso di premiare lei, nel giorno della festa della Donna, con una versione specialissima di un ammortizzatore Sabo: il prodotto di punta dell’azienda, esportato in oltre 80 Paesi per tutte le principali marche di camion, rimorchi e bus. Autobus proprio come quelli dell’Atc, che Elena ha guidato per anni, prima indossare la divisa dei Vigili del Fuoco. Questa mattina, con una piccola cerimonia nella sede dell’azienda, a Castel Guelfo, a Elena è stato consegnato l’originale ammortizzatore rosa, con un mazzo di mimose e un buono per una cena romantica al ristorante Le Bistrot di Dozza, che la premiata consumerà con il suo compagno, Marco Bassini, autista dell’Atc.
 
Elena Scognamiglio è originaria di Napoli. Giunta a Bologna quindici anni fa, per mantenersi agli studi partecipò al concorso per entrare all’Atc e, successivamente, a quello indetto dai Vigili del Fuoco: «Mio padre era camionista e camionisti sono gli zii e i cugini. Tutti desideravano che entrassi nell’azienda di trasporti di famiglia, per questo a 21 anni avevo già tutte patenti in tasca», racconta la ragazza, che oggi vive a San Giovanni in Persiceto ed è stata una delle prime donne (la diciassettesima) ad entrare nel Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco: «All’inizio fu durissima. I colleghi non si fidavano di me e ho dovuto dimostrare con tanto impegno e con i fatti di essere all’altezza del compito che mi era stato assegnato». E ora? «Ora – dice con gli occhi illuminati dalla passione – sono una regina. I compagni mi stimano e questo lavoro è bellissimo. Anche se è difficile e faticoso, è un lavoro che ti dà molte soddisfazioni».
 
Il Sabo Rosa è un premio che, da quest’anno, l’azienda bolognese consegnerà a una donna che si è particolarmente distinta in un mondo tradizionalmente maschile, come quello dell’autotrasporto. La prima donna a essere premiata non poteva quindi che essere Elena Scognamiglio, «per la sua storia personale e familiare, per la professione che ha scelto e per essere, a tutti gli effetti una camionista davvero molto speciale». Il premio è stato consegnato da Elisabetta Nuti, direttrice amministrativa dell’azienda e da Massimo Nuti, direttore generale. Alla premiazione hanno partecipato le impiegate della sede di Castel Guelfo.

                                                              

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