Una camionista un pò particolare, visto che è una vera principessa, figlia dei reali di Norvegia!
Trovate l’articolo completo di foto a questo link:
https://www.milleunadonna.it/photogallery/gallery/l-incredibile-martha-louise-figlia-del-re-di-norvegia-prima-si-fidanza-con-uno-sciamano-poi-diventa-camionista/177410/167/
Questo è il testo:
L’incredibile Martha Louise, figlia del re di Norvegia. Prima si fidanza con uno sciamano poi diventa camionista
Se c’è una principessa fuori dal comune, e non solo nel contesto della Casa Reale norvegese, è proprio lei. Martha Louise di Norvegia spicca per eccentricità rispetto a tutte le altre Royal Family europee e la sua recente trasformazione in una camionista con il naso rifatto e solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Come racconta il sito Histoires Royales, la figlia di re Harald V e della regina Sonia – quarta nella linea di successione al trono dopo il fratello Haakon e i figli di lui Ingrid Alexandra e Sverre Magnus – alla tenera età di cinquant’anni ha ottenuto il suo primo ruolo cinematografico, coronamento di una carriera dedicata all’arte, in particolare quella della recitazione ma anche della scrittura di libri.
Camionista in un road movie
L’illustre attrice finora aveva ottenuto solo piccole parti televisive, ma ora Martha Louise di Norvegia fa parte del cast del film Lange Flate Ballær 3, terza puntata di una saga cinematografica iniziata nel 2006. Il terzo film è una sorta di road movie ambientato su una roulotte, con il gruppo di norvegesi coinvolto nel contrabbando di alcolici. Martha Louise veste i panni di una camionista: nella sua scena principale, spruzza uno spray al peperoncino su uno dei personaggi principali che, confuso, si chiede chi sia davvero la donna così simile alla figlia del re.
La trasformazione
Per calarsi nella parte, Martha Louise ha dovuto subire anche qualche trasformazione fisica: a parte l’abbigliamento piuttosto casual, alla principessa è stata aggiunta una gobba sul naso. Per ciò che riguarda la guida di un camion, invece, Martha Louise non ha avuto grandi difficoltà a immedesimarsi. Come da lei stessa raccontato, è da anni che guida autocarri. Pochi lo sanno ma, essendo appassionata di cavalli, ha preso la patente per guidare i camion di trasporto animali per condurre le stessa i cavalli alle varie competizioni in cui gareggia Emma Tallulah Behn, una delle figlie che ha avuto dall’ex marito Ari Behn. Insomma, davvero una principessa fuori dagli schemi come era stato evidente fino dal 2019, quando si era fidanzata con uno sciamano –Shaman Durek, molto conosciuto a Hollywood – e aveva confessato di parlare con gli angeli.
Eccomi di nuovo a raccontare il mondo delle camioniste. Come sapete sono sempre alla ricerca di articoli che parlano di noi. Partendo sempre dal presupposto che ci dicono che siamo solo il 2% del totale degli autisti e che siamo quella famosa “minoranza troppo visibile” e in quanto tale suscitiamo sempre l’attenzione, sia per strada che nei media.
Cosi vi propongo un’altra serie di articoli vecchi e nuovi che ho trovato in rete, aggiungendoli al nostro “album di famiglia”, come mi piace pensare che sia il nostro blog, un punto d’incontro virtuale dove c’è posto per tutte le donne che svolgono questo mestiere, che l’hanno fatto per un periodo della propria vita o che aspirano ad ottenere un posto al volante di un camion.
Parto subito dalle nuove leve, ultimamente con il problema della carenza di autisti vengono sovvenzionati corsi per l’ottenimento delle patenti superiori per incentivare le persone a entrare nel mondo dell’autotrasporto.
E se in questi corsi c’è anche una donna… è subito notizia!
E’ in caso di Sharon, riportato dalla Gazzetta di Mantova, unica ragazza su 25 candidati:
https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2021/10/30/news/mantova-in-25-per-fare-gli-autisti-via-al-progetto-formazione-e-patente-1.40865821
e di Giuseppina di Nola…
Tra quelle che hanno già trovato un impiego c’è Emily, 22 anni, prima donna al volante di un mezzo dell’Asite di Fermo:
https://www.cronachefermane.it/2021/10/12/lasite-si-tinge-di-rosa-il-saluto-dellassessore-ciarrocchi-allautista-emily-vallorani/456735/
E restando nel settore “ambiente”, ho trovato anche questa notizia su Contarina, dove al volante dei camion della raccolta rifiuti ora ci sono anche le donne:
https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2022/04/02/news/contarina-al-volante-dei-camion-che-raccolgono-rifiuti-ora-ci-sono-le-donne-1.41345452
Non solo new entry, ci sono anche le veterane, come Rossella che dal 1992 guida il camion nelle miniere di talco:
http://www.alpcub.com/le-donne-e-il-talco.htm
E storie un po’ diverse, come quella di Lella Lombardi, indimenticata pilota di Formula Uno (in questi giorni sono 30 anni dalla sua scomparsa) che da ragazza guidava i camion di famiglia:
https://autosprint.corrieredellosport.it/news/formula1/2022/03/03-5190707/in_ricordo_di_lella_lombardi_l_unica_donna_ad_aver_preso_punti_in_f1
E di Milena Bertolini – l’allenatrice della nazionale di calcio femminile – che aveva una zia, Norma, camionista negli anni ’60, con cui adorava andare in giro da piccola. Ne parla in una puntata di “Le ragazze” che si può vedere su Rayplay a questo link, dove c’è anche qualche immagine d’epoca:
https://www.raiplay.it/video/2021/06/Le-Ragazze-65e36f49-c7ef-459c-a852-8eecb8406e72.html
A volte però si trovano anche notizie che preferiremmo non leggere, ecco un paio di titoli:
Chiudo con un paio di articoli di qualche anno fa (2018) che raccontano di Giada, prima donna alla guida del camion dei Pompieri in provincia di Lecco:
https://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/bellano-donna-autista-vigili-del-fuoco-1.3751800
https://primalecco.it/cronaca/giada-donna-fuoco-mamma-pompiere-tanto-patente/
Per questa volta mi fermo qui, a tutte l’augurio di una buona strada sempre!!!
Alla storia di Nikolina ci sono arrivata sbirciando nel fb di un amico (io non ce l’ho), c’era un articolo tradotto dal bulgaro, cosi me lo sono fatto inviare via mail e sono andata a cercare l’originale nel web. Ne ho trovato più di uno, naturalmente sono scritti in cirillico – impossibile per me leggerli – ma c’è il traduttore di Google e cosi ci ho provato…
Ne ho scelto qualcuno, li ho salvati, cosi come le sue foto, e ho cominciato a fare la traduzione, purtroppo alcune frasi non hanno molto senso (succede spesso col traduttore, anche con altre lingue), ma nell’insieme si capisce.
Alcuni link:
https://trud.bg/%D0%BF%D1%8A%D1%80%D0%B2%D0%B0%D1%82%D0%B0-%D0%B1%D1%8A%D0%BB%D0%B3%D0%B0%D1%80%D0%BA%D0%B0-%D0%BC%D0%B5%D0%B6%D0%B4%D1%83%D0%BD%D0%B0%D1%80%D0%BE%D0%B4%D0%B5%D0%BD-%D1%88%D0%BE%D1%84%D1%8C%D0%BE%D1%80-%D0%BD%D0%B0-%D1%82%D0%B8%D1%80-%D1%81%D1%82%D0%B0%D0%BD%D0%B0-%D0%BD%D0%B0-65/
https://novini247.com/novini/nikolina-maneva-e-parvata-jena-tiradjiya-v-balgariya-zad-garba_3907698.html
https://www.168chasa.bg/article/10681059
Alcune foto:
La storia è raccontata da sua figlia in un’intervista in occasione del 65° complenno della mamma che ora è andata in pensione. Una mamma veramente speciale: ha girato in camion Europa e Asia!
Ecco la traduzione:
Con velo e occhiali scuri nei paesi arabi: Nikolina
Nikolina Maneva è la prima camionista donna in Bulgaria. Alle sue spalle ha centinaia di viaggi in varie parti del pianeta. Ha viaggiato in tutta Europa e nella maggior parte del mondo arabo.
La donna bulgara si sta imbarcando in questo calvario
senza timore di dover dare indicazioni verso luoghi dove sono in pieno
svolgimento le feroci attività militari. In Iran, Libano e Siria, la gente del
posto non riesce a credere di vedere una donna al volante di una macchina da 40
tonnellate.
Solo pochi giorni fa, Nikolina ha compiuto 65 anni. Circondata dalle persone più vicine, ha augurato la sua salute e il suo consenso. La sua storia emozionante è stata raccontata a “168 Hours” da sua figlia Jonah.
Jonah, tua madre è la prima donna camionista nella storia della Bulgaria.
Quando e in che modo ha deciso che questa era la sua vocazione?
Sì, ai suoi tempi mia madre era in realtà la prima e unica donna in questa specialità
maschile. Mai prima d'ora vi era entrata, non aveva mai pensato di poterlo fare
professionalmente. L'inizio è stato fissato da quando mio padre ed io ci siamo trasferiti
a Sofia, dove ha iniziato a lavorare come autista di linea di autobus, e in seguito ha
seguito corsi per autista professionista. Senza volere niente di speciale, gli venne in
mente di offrirle un'istruzione. Mia madre acconsente immediatamente e intraprende
per lei questo nuovo passatempo. Si iscrisse a un centro di formazione per leader
internazionali e, con l'impavidità della sua giovinezza, accettò la sfida di studiare in
questa scuola "maschile".
Dopo 6 mesi di studi terminò con un ottimo trionfo ed iniziò la professione di autista
con un vero e proprio inizio alla grande. Fa subito sentire tutti disciplinati e responsabili.
Poco dopo fece domanda per un lavoro nell'allora associazione statale d'élite
Investigation Department of the District Prosecutor's Office International Road
Transport - So Mat, che era l'orgoglio del sistema imprenditoriale
socialista - una delle più grandi società di spedizioni e trasporti in Europa.
In quel momento nella stessa azienda lavora attualmente mio padre, ed è stata
subito approvata dal capo, quindi posso descrivere l'inizio del suo percorso in
questo campo.
Vi ha detto che ha avuto momenti di tormento per il fatto che nel suo
lavoro la classe maschile fosse la maggioranza incondizionata?
No, almeno non mi ha detto che era nei guai. Andava d'accordo con tutti i suoi colleghi.
Né la guardavano in modo diverso solo perché era una donna. È abbastanza diretta
e nel caso avesse qualcosa, lo diceva a se stessa senza tormento, e mio padre era
accanto a lei. Tutti sapevano che erano una famiglia. Nessuno l'ha molestata.
Anche altrimenti - si sono comportati in modo camerata e collegiale. Non sentiva
alcun atteggiamento che la preoccupasse.
E quali carichi ha trasferito nei rispettivi punti? Ci sono stati dei rischi
e durante il viaggio di ritorno in Bulgaria il suo camion è stato
nuovamente sovraccaricato di merci destinate al nostro paese?
Non posso dirti esattamente quale carico hanno trasportato da un punto all'altro.
Immagino fossero articoli di mercato come cibo, mobili e articoli per la casa.
Era allora una delle più grandi aziende. Portavano ogni genere di cose. So che
poco dopo aver iniziato a lavorare, le è stato affidato il compito di guidare una
grossa nave cisterna che riforniva i terminal della compagnia. Non ha condiviso
altri dettagli con me. Sono sicura che come donna, i suoi superiori
probabilmente non l'hanno caricata di oggetti rischiosi.
Ha portato il capitano in passato? Si parla ancora del traffico di droga
da parte dello Stato durante il comunismo?
No, posso dire esplicitamente che in nessun caso per i suoi 30 anni di servizio si è
lasciata intenzionalmente rischiare la vita e la libertà. È una persona onesta e
meritata e tutto ciò che hanno ottenuto con mio padre è stato fatto attraverso un
lavoro intenso. Non accetterebbe mai di trasportare qualcosa di simile che
danneggerebbe altre persone. Anche a costo del tuo lavoro; Sono sicura che avrebbe
voluto essere licenziata invece di fare qualcosa di simile. Ancora una volta, stiamo
parlando di veleno, che può avere conseguenze spiacevoli per le persone che lo
usano. Per tutta la vita è stata contraria a cose simili.
In quali destinazioni è andata Nicolina?
Dopo che i suoi superiori si furono convinti che avesse notevoli qualità professionali,
anche in giovane età, i responsabili del Dipartimento Investigativo della Procura
Distrettuale del Trasporto Stradale Internazionale ( le offrirono di seguire
dei corsi all'estero). Mia madre ha viaggiato in tutti i paesi europei,
così come nei paesi del mondo arabo. Ha viaggiato in lungo e in largo e in due
continenti: Europa e Asia. Dal mondo arabo era in Iran , Iraq, Libano, Siria,
Pakistan, Tagikistan, la sua prima rotta fu Francia-Teheran, all'epoca molto tesa
a causa della guerra in Iraq, ma accettò di percorrere 2.000 chilometri attraverso
la Turchia e altri 1.000 Guidava in una carovana di camion, vestita di nero dalla
testa ai piedi, con un velo sulla testa e occhiali scuri. - secondo le leggi dell'Islam.
Al confine turco-iraniano, si è trasformato in una vera sensazione. Il capo della
dogana ha esclamato che per la prima volta in 37 anni di lavoro al posto
di blocco ha visto una donna al volante di una macchina da 40 tonnellate.
Venne anche la polizia, perché nessuno riusciva a capire chi fosse questa signora,
che girava tra i conducenti. Dopo aver accertato che fosse un impiegato di Willy
Betz, la fecero entrare in testa alla colonna.
Ancora una volta, ha lavorato in tempi estremamente travagliati, fino
al punto di agitazione nel mondo arabo. Ci sono ricordi chiari sui
momenti in cui la sua vita era in pericolo?
C'è un rischio costante per la vita in questo mestiere, anche se non sei nel mondo
arabo. Ho sentito tante storie, ma poi ero molto piccola e non davo un senso alle
cose, non capivo quanto fossero devoti i miei genitori a me e a mio fratello Dimitar.
Si trattava di darci le cose di cui avevamo bisogno. Ho completato gli studi
intermedi e poi mi sono iscritta a Giurisprudenza, così come mio fratello.
Per quanto riguarda la domanda che mi fai, ricordo un caso del loro collega che è
stato addormentato nel camion e poi gli è stato rimosso un organo dal corpo.
Ci sono molte storie spiacevoli e fatali, ma per il benessere di coloro che ci
circondano sono vive e vegeta.
E lei stessa ha assistito a panorami toccanti che riflettono la brutta
faccia della guerra?
No, non ha raccontato storie così scioccanti sulla guerra nel mondo arabo. Hanno
seguito direzioni pertinenti, con l'aiuto delle quali non hanno incontrato opinioni
simili. Ancora una volta, i loro capi hanno pensato alla loro salute e sicurezza.
Difficilmente sarebbero stati mandati nei punti più travagliati di un paese, dove,
oltre a vedere qualcosa di spiacevole, poteva capitare loro qualcosa. Pensavano
solo alla loro sicurezza.
Come consideravano la gente del posto il fatto che fosse una donna che
guida un camion, a causa dei rigidi tabù religiosi e del rimorso dell'est?
Quello che ho sentito da mio padre Jordan sono storie dei suoi primi contatti con i
doganieri alle frontiere. Queste persone sono state incondizionatamente scioccate
dal fatto che una donna sotto il velo nero e gli occhiali stesse guidando un camion.
Sotto shock non in senso spiacevole. Sono rimasti stupiti dal suo coraggio. In
qualche modo era insolito per loro vedere qualcosa di simile, perché le donne lì,
sai, non sono autorizzate a lavorare nemmeno in una specialità leggera che non
richiede molta forza e coraggio. Erano stupiti che mia madre si muovesse da sola
attraverso i deserti del mondo arabo senza tormenti. Al confine con la Turchia, ad
esempio, il doganiere è stato così sorpreso di vederla che le ha subito chiesto come
avrebbe potuto recarsi in questi paesi se, ad esempio, ci fosse stata una sanguinosa
guerra in Iraq.
Durante le guerre, quando certi pacchi venivano fermati alle frontiere,
bisognava “riscattarsi”. Ha dovuto farlo in passato?
Sinceramente, non credo che avesse dovuto fare una cosa del genere. Non so se
abbia avuto casi del genere, né che in passato abbia dato riscatti. Ho sentito
parlare di pratiche simili, ma nella sua carriera professionale non ha riscontrato
nulla di simile. Forse i suoi capi hanno scelto le direzioni giuste per evitare simili
difficoltà che rallenteranno il lavoro dei loro dipendenti.
Come pensi che abbia accettato e superato tutti questi test?
È una donna coraggiosa e abbastanza forte. È il nostro sostegno e orgoglio,
così come per i suoi adorabili genitori: i miei nonni Stoyanka Kancheva e Ivan
Kanchev. Posso dirti che durante tutta la sua vita intenzionale, non si è mai
lamentata del suo lavoro. Ha detto che c'erano complicazioni da risolvere che
l'hanno scoraggiata, ma in nessun caso si è arresa. Immagino le cose che ha
passato, ma non le ha condivise con noi, per non preoccuparci.
E aveva altre colleghe che hanno iniziato a lavorare in una fase
successiva rispetto a lei? Cosa ha consigliato loro?
No, esplicitamente: è stata la prima e unica donna del suo tempo. Non ce n'erano
altre nel 1988. Era circondato solo da uomini. Molto più tardi, la classe femminile
è entrata a far parte di questa specialità. Forse fino ad allora mancava la
determinazione. Mia madre non ci ha pensato.
Fonte: glasnews.bg