Per gli amanti dei “Truck Movie” americani degli anni ’70, per chi non l’avesse mai visto e per chi avesse voglia di rivederlo, “High Ballin” è uno dei film più conosciuti, è in linga originale, ma si possono mettere i sottotitoli. E’ conosciuto anche col titolo di “Truck drivers”.
Un’intervista a due colleghe trovata sulla pagina web della Michelin, per ascoltarla cliccate sul link:
BIG STORY #2 La lenta e costante ascesa delle donne camioniste
Il mondo dei camion è un mondo di uomini. Ma davvero…? Abbiamo parlato con due camioniste del loro lavoro, delle loro esperienze… e delle loro speranze per il futuro.
BIG STORY #2 La lenta e costante ascesa delle donne camioniste
Published on July 12, 2021
In questa nuova edizione di Big Story parliamo della vita quotidiana di Sandrine e Oti (alias Coco Trucker), due donne che vanno oltre i pregiudizi, dimostrando che ogni donna può diventare camionista. Vuoi ascoltare le loro affascinanti storie? Sei sulla strada giusta!
Il pretesto per incontrarsi è stato la consegna del libro al nostro amico Seba (che ne consegnerà una copia anche a un altro collega – aspettiamo la foto!), e visto che era in zona potevamo non andare a trovare Cristina?
E cosi eccoci qua, a passare un pomeriggio in compagnia a scattare qualche foto ricordo, bere un buon caffè e a chiacchierare di camion, di carichi, di viaggi e di speranza di tornare a una vita normale al più presto possibile.
In Canada in questi giorni c’è un convoglio che punta su Ottawa….
Il “Freedom Convoy”, probabilmente nessuno ne avrà sentito parlare nei TG, qualcuno sarà anche contrario… ma vedere tutti questi camionisti che si sono messi in marcia per tornare ad avere il diritto di vivere liberamente, a me non lascia indifferente.
Cosi ho pensato di condividere anche sulle pagine del nostro blog questo avvenimento, lasciando ad ognuno il diritto di avere la propria opinione.
Su You tube ci sono tanti canali che seguono il “convoglio”, io ho scelto qualche video da questo canale:
anche perchè sono editati veramente bene, guardandoli sembra di rivivere le scene di un famoso film degli anni ’70 intitolato appunto “Convoy – trincea d’asfalto”, non so chi abbia il ruolo di “Anatra di gomma” in questo convoglio, ma non ha importanza, è l’emozione che trasmettono che conta, è vedere tutta la gente che li saluta al loro passaggio che fa capire quanto questa manifestazione sia importante, quanto le persone abbiano bisogno di tornale a essere libere di vivere.
Ci hanno messo un po’ a consegnarlo dopo averlo ordinato, ma alla fine il libro è arrivato: “PERSONE DI PRIMA NECESSITA’” (Quando la pandemia rese bello il camionista) di Alfonso Santolero (Edito da Federservice – Uomini e Trasporti).
E’ soprattutto un libro fotografico, corredato di testi (in italiano e inglese) a completamento delle situazioni raccontate dalle immagini.
Si divide in due parti: nella prima (Sovraccarico) le fotografie immortalano gli attimi, quelli nuovi, creati dalla pandemia, nuovi problemi che si sono aggiunti alla quotidianità degli autisti, già problematica di suo con tutto quello che c’è da rispettare in termini di “doveri”, soprattutto quando si arriva a destinazione.
Perché sappiamo bene che in molte aziende già ci veniva negato l’accesso ai servizi (bagni, distributori di bevande, ecc,,,) ancora prima della pandemia, poi le cose sono peggiorate e ai doveri si è aggiunta la totale negazione dei diritti, anche quelli minimi. E questo nonostante in quei mesi i camionisti venivano chiamati “eroi”, perché non si erano fermati, avevano continuato a trasportare i beni necessari alla popolazione.
Lo spirito di adattamento della categoria ha dovuto superare i problemi: pranzi in cabina, ancora più lunghe attese, distanziamento, sanificazione, nuove burocrazie (autocertificazioni, ecc…) mascherine, solitudine amplificata… il camionista è abituato ad affrontare tutti gli ostacoli che trova sulla sua strada, probabilmente mugugnando ma senza fermarsi…
La seconda parte del libro (Coppie motrici) è una serie di ritratti di autisti e autiste, abbinata alla tipologia di lavoro effettuata e di merce trasportata.
Da amante della fotografia posso dire che mi è piaciuto. L’autore/fotografo racconta di 7000 km di autostrade e 800 miglia nautiche percorsi facendo riprese, incontri e telefonate, giornate a contatto con autisti, responsabili dei trasporti, ecc, nei piazzali e negli uffici delle aziende.
E poi la post produzione, 50 giorni seduto davanti a un computer a scegliere tra le immagini e scrivere testi, per riuscire a comunicare quello che questo progetto voleva trasmettere: la pandemia ha reso bella l’immagine dei camionisti che non si sono mai fermati garantendo il bene comune, ma in realtà gli autotrasportatori hanno sempre avuto questo ruolo nella società solo che non gli è stato mai riconosciuto.
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