La storia di Barbara!

 

Una nuova intervista di Elisa Bianchi a una delle nostre colleghe!

Questa volta ci racconta la storia di Barbara, dal suo sogno di bambina alla sua lunga carriera al volante di un camion, naturalmente sempre sul sito di “Uomini e trasporti” nella pagina “Anche io volevo il camion”.

Buona lettura e buona strada sempre!!!

Il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/barbara-strozzi-la-contessa-acida-dellautotrasporto-si-racconta/

 

Inizia cosi:

Barbara Strozzi, la «contessa acida» dell’autotrasporto si racconta

51 anni di cui 23 trascorsi alla guida del suo camion, Barbara Strozzi è una veterana del settore. Salita a bordo a 26 anni con due figlie piccole e la famiglia contraria, Barbara si è fatta strada – e soprattutto un nome – in un’epoca in cui le donne al volante erano ancora poche, ma i sogni erano tanti e soprattutto grandi…quanto un bilico

«Sono una bimba di nove anni quando vedo per la prima volta un camion e subito me ne innamoro». Inizia così la storia d’amore tra Barbara Strozzi e il mondo dell’autotrasporto. Un amore a prima vista che da 23 anni a questa parte non si è mai affievolito. Quando la intercettiamo è naturalmente alla guida, «ma ho l’auricolare» ci rassicura con la sua voce allegra e l’inconfondibile accento bolognese delle sue origini, anche se ormai da tempo vive a Ferrara. Scopriamo solo in seguito che per parlare con noi ha abbassato la radio che tiene sempre accesa a farle compagnia con un po’ di musica: «Anche techno, a volte» ci rivela. Barbara ha l’anima grintosa di una veterana che per realizzare il suo sogno ha dovuto farsi le ossa e mentre i chilometri scorrono sotto le ruote del suo camion, la mente vola al passato, a quando era solo una bambina che con occhi sognanti guardava i “bestioni della strada” dal balcone di casa, accanto al distributore di benzina dove si fermavano a fare rifornimento prima di ripartire per lunghi viaggi che allora Barbara poteva solo immaginare.

«In famiglia non c’erano camionisti, per cui quando dicevo che avrei voluto fare questo mestiere da grande nessuno mi prendeva sul serio». Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo la vita e i piani di Barbara, crescendo, cambiano: «A 18 anni mi sono sposata e insieme al matrimonio sono arrivate a distanza di quattro anni l’una dall’altra due bambine, Sabrina e Francesca.
All’epoca lavoravo già in una ditta per la quale guidavo furgoni, ma il mio sogno di guidare un camion, uno vero, è sempre rimasto. Nessuno immaginava che avessi ancora voglia di inseguirlo, ma dopo la nascita della seconda bambina mi sono decisa a iscrivermi a scuola guida e prendere la patente. Avevo 26 anni e tutta la famiglia era contraria, ma non c’è stato verso di farmi cambiare idea».

Il sogno inizia a prendere forma quando viene assunta come autista. Un lavoro giornaliero che le consente di rientrare la sera e occuparsi delle figlie ancora piccole. Quando le bambine crescono, Barbara inizia a viaggiare anche all’estero: il Sud della Francia, la Germania, ma soprattutto la Svizzera e in un’occasione anche la Spagna. Ed è proprio di quel viaggio avvenuto nel 2010 che conserva uno dei ricordi più belli: «Arrivammo a Valencia dopo due giorni bellissimi di viaggio. Stavamo facendo un trasporto per una ditta di catering che doveva gestire un evento per la Ferrari, in occasione del Gran Premio di F1. La vista dell’autodromo pieno di auto meravigliose sarebbe di per sé bastata per farmi portare a casa un ricordo bellissimo, ma l’ultima sera, prima di ripartire, presentavano la nuova auto con la quale avrebbero corso il Gran Premio. Stavo parlando con i meccanici di Maranello quando a un certo punto entra in sala un ragazzino, guarda la macchina, stringe la mano a tutti, compresa a me, e poi si allontana. Era Fernando Alonso. Ho stretto la mano ad Alonso!». A sentirla raccontare questo episodio Barbara sembrerebbe ancora incredula. «Ma non fu l’unico incontro interessante fatto durante la mia carriera di autista: in pausa a un Autogrill incontrai anche Raz Degan. Io uscivo, lui entrava con la troupe per le riprese. Non si fanno certi incontri se si fanno altri lavori» ci dire ridendo e aggiunge che il suo sogno sarebbe stato quello di guidare un bilico per il Cavallino Rampante. «Ti immagini, la prima donna autista in Ferrari, mi sa che resterà solo un sogno nel cassetto però». In realtà, non è l’unico. «All’epoca mi sarebbe piaciuto aprire un’azienda di autotrasporto tutta mia, di sole donne, ma dopo aver fatto qualche calcolo mi sono resa conto che sarebbe stato un debito troppo grande da pagare. Tra l’altro, all’epoca non era facile trovare donne autiste, ce ne erano molte meno. Ho scelto di non rischiare e di abbandonare quella strada. Lo ammetto, oggi mi è rimasto un po’ il rimpianto».

L’avventura estera termina con la nascita di altri due bambini, i gemelli Alessandro e Andrea che oggi hanno 13 anni. Nel frattempo, Barbara inizia a lavorare per una piccola ditta vicino a casa per la quale trasporta ortofrutta nei mercati e nei supermercati, «Lavoro di notte e di giorno mi occupo della famiglia» spiega. La domanda, però, sorge spontanea: ma Barbara, quando si riposa? La risposta arriva ancora una volta sincera e allegra: «Non sono mai stata una dormigliona per fortuna, mi basta qualche ora al giorno e sono di nuovo carica. D’altronde ho preso questa decisione per non stare troppo lontana dai bambini, anche se per loro è stato più facile perché con la mamma autista ci sono nati, ma le prime due figlie da piccole hanno patito un po’ di più la mia mancanza e non mi andava di essere poco presente anche per i gemelli. Oggi che sono più grandi è più facile, non hanno più bisogno costante della mamma, anche se adesso ci sono anche le nipotine a cui badare». Tre, per la precisione: Veronica di 13 anni, Asia di 12 e Kawthar di 7. Ed è proprio quest’ultima che sembrerebbe aver già la grinta della nonna che oggi, a 51 anni, non ha assolutamente intenzione di appendere il volante al chiodo e vorrebbe trasmettere la passione a una futura erede: «Kawthar segue con attenzione quando faccio le manovre o i posteggi e dice di voler fare l’autista da grande, ma è ancora presto per dirlo». Anche se è di poco più piccola di quella bambina che si sporgeva dal balcone di casa per guardare i camion e alla fine, quel sogno, l’ha realizzato.


 

 

Il resto della storia lo potete leggere al link:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/barbara-strozzi-la-contessa-acida-dellautotrasporto-si-racconta/

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “FATTI SENTIRE”

 

Il libro di cui vi parlo oggi non è un libro “su” o “di” camionisti ma parla di donne.

E’ una raccolta di ritratti di donne di tutte le età, dalle bambine alle anziane, una serie di fotografie di volti femminili, di sguardi, di profili, di ombre… ognuno accompagnato dalla propria storia. Storie tutte diverse, alcune semplici, altre speciali, storie rivolte al futuro o racconti di una vita passata, storie che è bello scoprire una alla volta, pagina dopo pagina.

Il libro si intitola “Fatti sentire”, è del 2018, e l’autrice (anche delle fotografie) è Paola Pellai, giornalista sempre in movimento, e questo suo “fotolibro” è una sorta di diario degli incontri avvenuti durante i suoi viaggi.

In una recensione avevo letto che una delle donne che lei ha incontrato era una camionista… per curiosità ho acquistato il libro, volevo scoprire chi fosse!

Non la conosco di persona, ma so che è amica di alcune colleghe del gruppo e in passato ha partecipato ad alcune nostre iniziative. Qualche anno fa era diventata “famosa” per essere la camionista più giovane d’italia, si, è proprio lei, la Silvia! Ed è bello leggere la sua storia in questo libro, a rappresentare la realizzazione di un sogno e l’orgoglio di esserci riuscita.

Buona strada sempre a Silvia e a Paola che ha raccolto tutte queste storie di donne!

 

Un link:

https://www.amazon.it/Fatti-sentire-Fotostorie-al-femminile/dp/8899703035

 

La copertina:

La presentazione:

“Fatti sentire” è un viaggio tra le donne perché gli uomini imparino a conoscerle meglio. Tante storie raccolte negli incontri del destino, femmine fotografate d’istinto con una semplice digitale mettendo – come diceva Henri Cartier-Bresson – sulla stessa linea di mira la testa, gli occhi e il cuore. Perché occorre osservare ed ascoltare per farsi sentire. In questo volume la giornalista Paola Pellai racconta quindi le sue tante “compagne di viaggio” incontrate nei suoi viaggi, donne fragili e forti, timide e spavalde, piene e vuote. Dolcemente complicate. Un susseguirsi di volti femminili davvero incredibili, tutti da leggere, tutti da scoprire.

 

Un articolo sull’autrice:

https://www.varesenoi.it/2023/03/20/leggi-notizia/argomenti/eventi-20/articolo/fatti-sentire-il-nuovo-fotolibro-di-paola-pellai-con-storie-di-straordinaria-quotidianita.html

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Mirko e il libro!

 

Glielo avevo promesso da tanto che se mi capitava di tornare a Sassuolo a caricare gli avrei portato il nostro libro…. gli amici sono per sempre, anche quando non si riesce a incontrasi tanto spesso.

Sono passati  mesi ma alla fine ce l’ho fatta! Una telefonata e ci siamo trovati in un bar, in più dovevo fare la mezz’ora di pausa e cosi abbiamo avuto anche il tempo di fare una bella chiacchierata, oltre a bere il caffè e alle foto di rito!

Ciao Mirko, è sempre un piacere incontrarti, un saluto e buona strada sempre!!!

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Una storia americana

 

Questa è la storia di una collega americana che a 50 anni ha deciso di cambiare vita e di fare la camionista…ricorda un pò la storia di tante nostre nuove colleghe che hanno aspettato anni per realizzare il proprio sogno. Vi metto il link da un sito italiano:

https://www.curioctopus.it/read/44133/a-50-anni-cambia-vita:-lascia-il-lavoro-da-insegnante-per-diventare-una-camionista

e quello originale da Women in trucking:

https://www.womenintrucking.org/blog/how-the-leadhertrucking-program-impacted-my-start-in-trucking

 

Questo è il testo:

A 50 anni cambia vita: lascia il lavoro da insegnante per diventare una camionista

Matteo Cicarelli

07 Marzo 2023

Arrivati a una certa età gli individui sognano di cambiare la propria vita. Tutto quello che avevano sognato quando erano più piccoli vogliono trasformarlo in realtà. Magari avevano rinunciato a perseguire quella speranza a causa di ostacoli che non erano riusciti a superare oppure hanno dovuto abbandonare quella strada a causa di pressioni esterne. Dopo anni, però, con una consapevolezza diversa è molto probabile che decidano di ritornare sui propri passi e realizzare il sogno accantonato.

La donna protagonista della vicenda a 50 anni ha abbandonato il suo lavoro da insegnante, per inseguire il suo sogno di infanzia e diventare una camionista. Vediamo meglio com’è andata.

Vanita Johnson/womenintruckingfoundation

Vanita Johnson/womenintruckingfoundation

 

Vanita Johnson aveva appena compiuto 50 anni, quando ha deciso di cambiare totalmente vita. Amava il suo mestiere di insegnante, ma aveva bisogno di nuovi stimoli. Per questo motivo, non ha perso tempo e ha deciso di inseguire il suo sogno di bambina: iniziare a guidare i camion.

Aveva ottenuto da poco una posizione di insegnante di ruolo presso una scuola elementare. Fino a quel momento, aveva sempre lavorato come supplente. Quando sembrava che la sua carriera stesse volgendo per il meglio, ha deciso di trasformare la sua vita. Infatti, appena gli istituti sono stati costretti a iniziare a fare lezione online, ha sentito che quello non era più il lavoro che voleva svolgere.

Aveva iniziato quel mestiere per fare lezione faccia a faccia con gli alunni. È stata proprio quella la scintilla che l’ha spinta a prendere la patente per guidare i camion. Nonostante avesse timore di fare un passo del genere, perché abbandonare un posto fisso è una scelta difficile da compiere, non ci ha pensato due volte e si è gettata in questa nuova avventura.

 

Gerard Donnelly/Flickr - Not the actual photo

 

Mi sono dimessa e ho seguito un mio sogno d’infanzia. Quando stavo in macchina osservavo sempre fuori dal finestrino nella speranza che passasse qualche camion, ed ero certa che un giorno ne avrei guidato uno. Quel sogno è diventato realtà. È stato un enorme cambiamento. Ma ero così ansiosa di farlo, che quando ho fatto questa scelta mi sono sentita appagata. La parte che preferisco di questo lavoro è la liberta, mi sento come un uccello che vola libero nel cielo. Adesso conosco le strade e i panorami del mio Paese“.

Tu avresti avuto il suo stesso coraggio?

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA. “AZZURRO COME GLI OCCHI DI LORETTA”

 

Il libro di cui vi parlo questa settimana è del 2020,  si intitola “Azzurro come gli occhi di Loretta”, scritto da Milena Beltrandi. Come molti dei libri che ho presentato in questa rubrica, anche questo è stato pubblicato dall’autore, il cosiddetto self.publishing, e si acquista on  line.  Vi faccio notare questa cosa perchè Zeno, il protagonista di questo romanzo, fa il corriere, consegna a domicilio i pacchi degli acquisti che la gente effettua on line, ma ha anche la patente superiore e a volte guida un tre assi rosso. Ed è dal ritorno da un viaggio a Genova con quel camion che comincia la sua avventura/disavventura…

Un “giallo” sulle strade della Toscana, un’ingiusta accusa di omicidio, dei colleghi poco corretti, una ragazza che crede in lui… una storia da leggere tutta d’un fiato!

Buona lettura a tutti!

Un link:

https://ilmiolibro.kataweb.it/utenti/78458/milena-beltrandi/

La copertina:

La trama:

 

“A Zeno piace il suo lavoro, fa l’autotrasportatore e lo fa con passione. E un bel ragazzo e provoca rancore nei “Driver man” che invidiano anche la sua relazione con Loretta, la titolare della ditta per cui lavora. Le circostanze negative e uomini corrotti faranno di lui un sospetto omicida che lo catapulteranno in un mondo sconosciuto. Cercherà di indagare per scoprire il vero colpevole e uscire indenne dalle accuse infamanti. Sara il suo passato di prodigo camionista, allora ad aiutarlo.”

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Al lavoro con Laura – terzo episodio

 

Terzo e ultimo episodio della nuova serie con Laura protagonista a bordo di un Ford F-Max.

Questa volta si parla del futuro, degli autisti di domani:  la guida autonoma  e automazioni varie ci cambieranno la vita?

Laura ne parla  con Ozan B. Can, country manager di Ford Trucks Italia.

Buona visione!

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L’incontro del venerdi: Chiara!

 

Sono arrivata poco prima che finissero la pausa in un’azienda del varesotto, dovevo consegnare dei bancali vuoti.

Il carrellista, quando gli ho consegnato le bolle, mi ha detto di andare avanti e mettermi sull’altro lato del piazzale dove c’era già parcheggiata una motrice tre assi con il telo e le sponde aperti.

Passando ho notato che sulle porte dietro aveva un adesivo che riproduceva il disegno e la scritta di questa nota maglietta che si trova on line.

“Sarà una collega?” ho pensato mentre parcheggiavo.

Sono scesa e l’ho vista sbucare da davanti alla cabina con un bel sorriso! Ci siamo presentate, lei è Chiara! Le ho chiesto se conosceva il nostro gruppo di “Lady truck” e mi ha risposto di no. Ho pensato di dover rimediare…

Lei invece mi ha chiesto  – “Da quanto fai questo lavoro?”

e io le ho risposto con una domanda –  “Quanti anni hai?”

– “Trentuno”

– “Da prima che nascessi… ormai son vecchia….” E sono salita sul cassone a spostare i bancali da scaricare, ma abbiamo continuato a parlare tra una palata e l’altra del carrellista, che gentile, portava i pieni a lei e portava via i vuoti a me, cosi faceva due camion contemporaneamente!

Lei è della bergamasca, le ho chiesto se fosse mai venuta al raduno del Coast a Giussano, no, allora l’ho invitata a venirci a trovare, le ho regalato la nostra targa – in cambio della foto per il blog! – e ci siamo scambiate i numeri di telefono.

E’ sempre bello incontrare nuove colleghe, è bello che ci siano ragazze che decidono di mettersi al volante di un camion, è bello pensare che siamo sempre di più a dare un tocco di rosa a questo mestiere!

Buona strada sempre Chiara, spero di rivederti presto!

 

 

 

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Al lavoro con Laura – secondo episodio

 

Secondo video della nuova serie con la collega Laura a bordo del Ford F- Max, in questo episodio ci racconta com’è fare l’autista oggi, chiacchierando con un giovane collega, Gabriele Varlotta, che guida da un anno e ci spiega come e perchè ha deciso di fare il camionista. E lo fa con un grande entusiasmo!

Buona visione.

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Al lavoro con Laura

 

Una nuova serie di video in compagnia della nostra collega Laura Broglio!

Questa volta è a bordo del Ford F-Max e ci racconta com’era la vita del camionista un pò di anni fa parlando con un veterano del mestiere, Loris Zanardi, autista in pensione.

Buona visione!

 

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “ FACCIO IL CAMIONISTA”

 

Di questo libro parlammo già anni fa, quando fu pubblicato. Questo il link dal nostro blog:

https://buonastrada.altervista.org/quotfaccio-il-camionistaquot-un-libro-di-fabrizio-piras/#comments

Ho anche avuto l’onore (veramente!) di incontrare alcune volte Fabrizio Piras, il collega camionaro –scrittore autore di questo piccolo grande libro! Una persona speciale. E lo si capisce leggendo pagina dopo pagina  i suoi racconti, le sue considerazioni, i suoi perché.

Ogni tanto lo riprendo in mano questo libro e me lo rileggo… per vedere se e cosa è cambiato nel nostro mestiere dal 2010 a oggi. Sono passati 13 anni dalla sua pubblicazione, sarebbero dovute migliorare un po’ di cose e invece… e invece cosi non è stato per molte. Per esempio la carenza di parcheggi, c’è come allora nonostante siano stati in parte ampliati ma non a sufficienza. I prezzi nei vari autogrill sono ancora più cari e sempre meno accessibili a chi viaggia per lavoro. Il rapporto paghe/ore lavorate non è migliorato nonostante venga lamentata una carenza di nuovi autisti. Di buono, rispetto al racconto, c’è che hanno aperto la Variante di valico e non si fa più l’Appennino. Per contro l’uso del baracchino, una volta voce dei camionari, è calato drasticamente cosi come drasticamente è calata l’offerta di manodopera: se una volta ti dicevano “Non ti sta bene quella è la porta, c’è la fila fuori” oggi non è più cosi ma le condizioni lavorative sono pressoché le stesse. E anche la stima nei nostri confronti come categoria non è aumentata…

Se non l’avete mai letto ve lo consiglio: è uno spaccato di “vita da camionisti”,  è la fotografia di un’epoca di transizione, quando tante cose stavano cambiando, in meglio o in peggio dipende da ognuno di noi, dalla capacità di adattarsi alle nuove regole imposte sia dalle leggi che dal mercato. Non a tutti il nuovo modo di gestire l’autotrasporto piace, ma tante volte a fare i nostalgici dei tempi andati ci si rammenta solo le cose belle e le brutte vengono eliminate automaticamente dai ricordi.

Buona lettura e buona strada sempre!

 

Un link:

https://www.ibs.it/faccio-camionista-nordest-visto-dall-libro-fabrizio-piras/e/9788863910261#cc-anchor-dettagli

La copertina:

Un paragrafo:

“Più lontano vado, più mi sento legato e vicino a quello che ho. Più lontano vado, più mi sento solo. Più mi sento solo e più mi sento forte, particolare, capace di imprese che non sono da tutti. Attraverso province, regioni, giorni, notti, pioggia, nebbia, vento, neve, ghiaccio, polvere, sole, caldo, sudore. L’orgoglio di fare ed essere qualcosa di diverso cresce, con esso lo spirito d’appartenenza ad un mondo parallelo che si muove maggiormente quando il resto riposa.

 

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