Piacere di conoscerti…Marta

 

Il collega Mauro Gadaleta questa volta si cimenta in un insolito “domanda – risposta” con la collega Marta, per cercare di conoscerla al di fuori della vita lavorativa!

Buona strada sempre a tutti e due!

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “I NEGOZI APRONO AL SABATO”

 

Avvincente: è l’aggettivo per presentare il libro di questa settimana, “I negozi aprono al sabato”.

Ambientato sulle autostrade intorno a Bologna, dove una sera un misterioso camionista rapisce una ricca signora, chiedendo poi il riscatto tramite una telefonata a un’emittente radiofonica che trasmette in diretta la notte. Poche ore dopo, sempre in autostrada, c’è un assalto a un furgone portavalori… Diversi personaggi e diverse storie si intrecciano tra loro, in un susseguirsi di eventi fino al finale….

Non  è un libro che parla del nostro mestiere ma un  “noir” da leggere tutto d’un fiato, scritto da Paolo Innocenti, e pubblicato nel 2021  dalle Edizioni della Goccia.

Buona lettura!

 

Un link:

https://www.ibs.it/negozi-aprono-al-sabato-libro-paolo-innocenti/e/9788898916979

La copertina:

 

La trama:

Un misterioso camionista che in un autogrill rapisce una donna e chiede il riscatto in diretta radiofonica mentre scorrazza per le autostrade italiane è una brutta gatta da pelare. Niente, però, in confronto a quanto accade in poche ore intorno a Bologna in una fredda giornata di metà dicembre: prima l’assalto a un furgone portavalori, poi il ritrovamento del cadavere della donna rapita, che si scopre essere erede di una nobile famiglia tanto ricca quanto prigioniera di anacronistici retaggi, e infine la scoperta del corpo del presunto capo dei rapinatori, ucciso con un colpo di pistola. Una matassa difficile da sbrogliare per Laura Mori, vicequestore della Polstrada e comandante del Centro Operativo Autostradale, costretta ad affrontare, oltre alle difficoltà del caso, anche l’ottusità di qualche superiore. Mai come in questo caso nulla è come appare. Una lettura che non lascia indifferenti, che sonda aspetti poco approfonditi dell’animo umano e della società in cui viviamo.

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Laura Broglio, camionista

 

In questo video dal canale  Inspiring Girls International  Laura ci racconta un pò della sua vita, dei suoi sogni e degli ostacoli che ha dovuto superare nel nostro settore lavorativo.

Grande Laura, buona strada sempre!

 

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Un raduno per il fine settimana

 

 

 

https://www.sempionenews.it/event/raduno-benefico-di-camion/?cn-reloaded=1

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Viaggio a Ravenna

 

Piccole cose utili, questo fanno le associazioni con scopi benefici.
Grazie  amici del Coast to Coast Truck Team per la collaborazione a questo progetto. C’è sempre bisogno di qualcuno che da una mano, e più si è, più si fa.
Buona strada sempre!

 

 

https://www.trucktocoast.it/

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Camion d’epoca…in Germania!

 

La passione per i camion d’epoca non è solo italiana,  naturalmente paese che vai,  modelli che trovi !

Queste foto me le ha inviate un amico e collega tedesco, Michi di Hannover. Qualche settimana fa ha partecipato, insieme a due suoi cari amici, a un raduno di camion d’epoca a Lohne/Dinklage. Lui col suo Mercedes 16.35 blu e gli altri due con un altro Mercedes 16.35 rosso e un TurboStar 190.48… di provenienza italiana!

Le foto sono state scattate durante il viaggio per raggiungere il raduno e poi nel parcheggio insieme agli altri camion. E anche qui, in un vero e proprio tuffo nel passato di 30/40 anni fa, possiamo vedere, tra gli altri. uno splendido 190.38, versione Special, anche lui decisamente di origini nostrane!

Grazie a Michi per le foto e per avermi dato la possibilità di condividerle!

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La storia di Barbara!

 

Una nuova intervista di Elisa Bianchi a una delle nostre colleghe!

Questa volta ci racconta la storia di Barbara, dal suo sogno di bambina alla sua lunga carriera al volante di un camion, naturalmente sempre sul sito di “Uomini e trasporti” nella pagina “Anche io volevo il camion”.

Buona lettura e buona strada sempre!!!

Il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/barbara-strozzi-la-contessa-acida-dellautotrasporto-si-racconta/

 

Inizia cosi:

Barbara Strozzi, la «contessa acida» dell’autotrasporto si racconta

51 anni di cui 23 trascorsi alla guida del suo camion, Barbara Strozzi è una veterana del settore. Salita a bordo a 26 anni con due figlie piccole e la famiglia contraria, Barbara si è fatta strada – e soprattutto un nome – in un’epoca in cui le donne al volante erano ancora poche, ma i sogni erano tanti e soprattutto grandi…quanto un bilico

«Sono una bimba di nove anni quando vedo per la prima volta un camion e subito me ne innamoro». Inizia così la storia d’amore tra Barbara Strozzi e il mondo dell’autotrasporto. Un amore a prima vista che da 23 anni a questa parte non si è mai affievolito. Quando la intercettiamo è naturalmente alla guida, «ma ho l’auricolare» ci rassicura con la sua voce allegra e l’inconfondibile accento bolognese delle sue origini, anche se ormai da tempo vive a Ferrara. Scopriamo solo in seguito che per parlare con noi ha abbassato la radio che tiene sempre accesa a farle compagnia con un po’ di musica: «Anche techno, a volte» ci rivela. Barbara ha l’anima grintosa di una veterana che per realizzare il suo sogno ha dovuto farsi le ossa e mentre i chilometri scorrono sotto le ruote del suo camion, la mente vola al passato, a quando era solo una bambina che con occhi sognanti guardava i “bestioni della strada” dal balcone di casa, accanto al distributore di benzina dove si fermavano a fare rifornimento prima di ripartire per lunghi viaggi che allora Barbara poteva solo immaginare.

«In famiglia non c’erano camionisti, per cui quando dicevo che avrei voluto fare questo mestiere da grande nessuno mi prendeva sul serio». Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo la vita e i piani di Barbara, crescendo, cambiano: «A 18 anni mi sono sposata e insieme al matrimonio sono arrivate a distanza di quattro anni l’una dall’altra due bambine, Sabrina e Francesca.
All’epoca lavoravo già in una ditta per la quale guidavo furgoni, ma il mio sogno di guidare un camion, uno vero, è sempre rimasto. Nessuno immaginava che avessi ancora voglia di inseguirlo, ma dopo la nascita della seconda bambina mi sono decisa a iscrivermi a scuola guida e prendere la patente. Avevo 26 anni e tutta la famiglia era contraria, ma non c’è stato verso di farmi cambiare idea».

Il sogno inizia a prendere forma quando viene assunta come autista. Un lavoro giornaliero che le consente di rientrare la sera e occuparsi delle figlie ancora piccole. Quando le bambine crescono, Barbara inizia a viaggiare anche all’estero: il Sud della Francia, la Germania, ma soprattutto la Svizzera e in un’occasione anche la Spagna. Ed è proprio di quel viaggio avvenuto nel 2010 che conserva uno dei ricordi più belli: «Arrivammo a Valencia dopo due giorni bellissimi di viaggio. Stavamo facendo un trasporto per una ditta di catering che doveva gestire un evento per la Ferrari, in occasione del Gran Premio di F1. La vista dell’autodromo pieno di auto meravigliose sarebbe di per sé bastata per farmi portare a casa un ricordo bellissimo, ma l’ultima sera, prima di ripartire, presentavano la nuova auto con la quale avrebbero corso il Gran Premio. Stavo parlando con i meccanici di Maranello quando a un certo punto entra in sala un ragazzino, guarda la macchina, stringe la mano a tutti, compresa a me, e poi si allontana. Era Fernando Alonso. Ho stretto la mano ad Alonso!». A sentirla raccontare questo episodio Barbara sembrerebbe ancora incredula. «Ma non fu l’unico incontro interessante fatto durante la mia carriera di autista: in pausa a un Autogrill incontrai anche Raz Degan. Io uscivo, lui entrava con la troupe per le riprese. Non si fanno certi incontri se si fanno altri lavori» ci dire ridendo e aggiunge che il suo sogno sarebbe stato quello di guidare un bilico per il Cavallino Rampante. «Ti immagini, la prima donna autista in Ferrari, mi sa che resterà solo un sogno nel cassetto però». In realtà, non è l’unico. «All’epoca mi sarebbe piaciuto aprire un’azienda di autotrasporto tutta mia, di sole donne, ma dopo aver fatto qualche calcolo mi sono resa conto che sarebbe stato un debito troppo grande da pagare. Tra l’altro, all’epoca non era facile trovare donne autiste, ce ne erano molte meno. Ho scelto di non rischiare e di abbandonare quella strada. Lo ammetto, oggi mi è rimasto un po’ il rimpianto».

L’avventura estera termina con la nascita di altri due bambini, i gemelli Alessandro e Andrea che oggi hanno 13 anni. Nel frattempo, Barbara inizia a lavorare per una piccola ditta vicino a casa per la quale trasporta ortofrutta nei mercati e nei supermercati, «Lavoro di notte e di giorno mi occupo della famiglia» spiega. La domanda, però, sorge spontanea: ma Barbara, quando si riposa? La risposta arriva ancora una volta sincera e allegra: «Non sono mai stata una dormigliona per fortuna, mi basta qualche ora al giorno e sono di nuovo carica. D’altronde ho preso questa decisione per non stare troppo lontana dai bambini, anche se per loro è stato più facile perché con la mamma autista ci sono nati, ma le prime due figlie da piccole hanno patito un po’ di più la mia mancanza e non mi andava di essere poco presente anche per i gemelli. Oggi che sono più grandi è più facile, non hanno più bisogno costante della mamma, anche se adesso ci sono anche le nipotine a cui badare». Tre, per la precisione: Veronica di 13 anni, Asia di 12 e Kawthar di 7. Ed è proprio quest’ultima che sembrerebbe aver già la grinta della nonna che oggi, a 51 anni, non ha assolutamente intenzione di appendere il volante al chiodo e vorrebbe trasmettere la passione a una futura erede: «Kawthar segue con attenzione quando faccio le manovre o i posteggi e dice di voler fare l’autista da grande, ma è ancora presto per dirlo». Anche se è di poco più piccola di quella bambina che si sporgeva dal balcone di casa per guardare i camion e alla fine, quel sogno, l’ha realizzato.


 

 

Il resto della storia lo potete leggere al link:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/barbara-strozzi-la-contessa-acida-dellautotrasporto-si-racconta/

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “FATTI SENTIRE”

 

Il libro di cui vi parlo oggi non è un libro “su” o “di” camionisti ma parla di donne.

E’ una raccolta di ritratti di donne di tutte le età, dalle bambine alle anziane, una serie di fotografie di volti femminili, di sguardi, di profili, di ombre… ognuno accompagnato dalla propria storia. Storie tutte diverse, alcune semplici, altre speciali, storie rivolte al futuro o racconti di una vita passata, storie che è bello scoprire una alla volta, pagina dopo pagina.

Il libro si intitola “Fatti sentire”, è del 2018, e l’autrice (anche delle fotografie) è Paola Pellai, giornalista sempre in movimento, e questo suo “fotolibro” è una sorta di diario degli incontri avvenuti durante i suoi viaggi.

In una recensione avevo letto che una delle donne che lei ha incontrato era una camionista… per curiosità ho acquistato il libro, volevo scoprire chi fosse!

Non la conosco di persona, ma so che è amica di alcune colleghe del gruppo e in passato ha partecipato ad alcune nostre iniziative. Qualche anno fa era diventata “famosa” per essere la camionista più giovane d’italia, si, è proprio lei, la Silvia! Ed è bello leggere la sua storia in questo libro, a rappresentare la realizzazione di un sogno e l’orgoglio di esserci riuscita.

Buona strada sempre a Silvia e a Paola che ha raccolto tutte queste storie di donne!

 

Un link:

https://www.amazon.it/Fatti-sentire-Fotostorie-al-femminile/dp/8899703035

 

La copertina:

La presentazione:

“Fatti sentire” è un viaggio tra le donne perché gli uomini imparino a conoscerle meglio. Tante storie raccolte negli incontri del destino, femmine fotografate d’istinto con una semplice digitale mettendo – come diceva Henri Cartier-Bresson – sulla stessa linea di mira la testa, gli occhi e il cuore. Perché occorre osservare ed ascoltare per farsi sentire. In questo volume la giornalista Paola Pellai racconta quindi le sue tante “compagne di viaggio” incontrate nei suoi viaggi, donne fragili e forti, timide e spavalde, piene e vuote. Dolcemente complicate. Un susseguirsi di volti femminili davvero incredibili, tutti da leggere, tutti da scoprire.

 

Un articolo sull’autrice:

https://www.varesenoi.it/2023/03/20/leggi-notizia/argomenti/eventi-20/articolo/fatti-sentire-il-nuovo-fotolibro-di-paola-pellai-con-storie-di-straordinaria-quotidianita.html

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Mirko e il libro!

 

Glielo avevo promesso da tanto che se mi capitava di tornare a Sassuolo a caricare gli avrei portato il nostro libro…. gli amici sono per sempre, anche quando non si riesce a incontrasi tanto spesso.

Sono passati  mesi ma alla fine ce l’ho fatta! Una telefonata e ci siamo trovati in un bar, in più dovevo fare la mezz’ora di pausa e cosi abbiamo avuto anche il tempo di fare una bella chiacchierata, oltre a bere il caffè e alle foto di rito!

Ciao Mirko, è sempre un piacere incontrarti, un saluto e buona strada sempre!!!

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Una storia americana

 

Questa è la storia di una collega americana che a 50 anni ha deciso di cambiare vita e di fare la camionista…ricorda un pò la storia di tante nostre nuove colleghe che hanno aspettato anni per realizzare il proprio sogno. Vi metto il link da un sito italiano:

https://www.curioctopus.it/read/44133/a-50-anni-cambia-vita:-lascia-il-lavoro-da-insegnante-per-diventare-una-camionista

e quello originale da Women in trucking:

https://www.womenintrucking.org/blog/how-the-leadhertrucking-program-impacted-my-start-in-trucking

 

Questo è il testo:

A 50 anni cambia vita: lascia il lavoro da insegnante per diventare una camionista

Matteo Cicarelli

07 Marzo 2023

Arrivati a una certa età gli individui sognano di cambiare la propria vita. Tutto quello che avevano sognato quando erano più piccoli vogliono trasformarlo in realtà. Magari avevano rinunciato a perseguire quella speranza a causa di ostacoli che non erano riusciti a superare oppure hanno dovuto abbandonare quella strada a causa di pressioni esterne. Dopo anni, però, con una consapevolezza diversa è molto probabile che decidano di ritornare sui propri passi e realizzare il sogno accantonato.

La donna protagonista della vicenda a 50 anni ha abbandonato il suo lavoro da insegnante, per inseguire il suo sogno di infanzia e diventare una camionista. Vediamo meglio com’è andata.

Vanita Johnson/womenintruckingfoundation

Vanita Johnson/womenintruckingfoundation

 

Vanita Johnson aveva appena compiuto 50 anni, quando ha deciso di cambiare totalmente vita. Amava il suo mestiere di insegnante, ma aveva bisogno di nuovi stimoli. Per questo motivo, non ha perso tempo e ha deciso di inseguire il suo sogno di bambina: iniziare a guidare i camion.

Aveva ottenuto da poco una posizione di insegnante di ruolo presso una scuola elementare. Fino a quel momento, aveva sempre lavorato come supplente. Quando sembrava che la sua carriera stesse volgendo per il meglio, ha deciso di trasformare la sua vita. Infatti, appena gli istituti sono stati costretti a iniziare a fare lezione online, ha sentito che quello non era più il lavoro che voleva svolgere.

Aveva iniziato quel mestiere per fare lezione faccia a faccia con gli alunni. È stata proprio quella la scintilla che l’ha spinta a prendere la patente per guidare i camion. Nonostante avesse timore di fare un passo del genere, perché abbandonare un posto fisso è una scelta difficile da compiere, non ci ha pensato due volte e si è gettata in questa nuova avventura.

 

Gerard Donnelly/Flickr - Not the actual photo

 

Mi sono dimessa e ho seguito un mio sogno d’infanzia. Quando stavo in macchina osservavo sempre fuori dal finestrino nella speranza che passasse qualche camion, ed ero certa che un giorno ne avrei guidato uno. Quel sogno è diventato realtà. È stato un enorme cambiamento. Ma ero così ansiosa di farlo, che quando ho fatto questa scelta mi sono sentita appagata. La parte che preferisco di questo lavoro è la liberta, mi sento come un uccello che vola libero nel cielo. Adesso conosco le strade e i panorami del mio Paese“.

Tu avresti avuto il suo stesso coraggio?

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