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Jasmine “figlia di papà camionista”!

 

“Uomini e trasporti”  ha dedicato questo articolo alla storia di Jasmine, orgogliosa figlia di papà camionista che ha deciso di seguire la sua strada!

Questo è il link dell’articolo, scritto da Elisa Bianchi:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/jasmine-pojana-sono-la-figlia-orgogliosa-di-un-camionista-e-seguiro-la-sua-strada/

E questo l’inizio della sua storia:

Jasmine Pojana: «Sono la figlia orgogliosa di un camionista e seguirò la sua strada»

Jasmine vive a Fontaniva, in provincia di Padova, e da che ha memoria è sempre stata in cabina. Prima con il papà camionista e poi, una volta raggiunta l’età delle patenti, alla guida del suo “gigantesco bestione”. Oggi è una delle più giovani aspiranti al premio Sabo Rosa 2023

Di anni ne ha solo 25, ma l’esperienza in cabina è ultraventennale. Come è possibile? Quando si cresce a bordo di un “gigantesco bestione”, come li definiva lei da piccola, è facile finire per innamorarsene e non voler mai più scendere. Lei è Jasmine Pojana, classe 1997 e orgogliosamente autista di camion come suo papà. Una “figlia d’arte” che ha fatto dell’autotrasporto il suo sogno e il suo futuro.

Quanti anni avevi la prima volta che sei salita su un camion?

La prima volta che sono salita in cabina con papà avevo appena tre anni. In pratica, in cabina ci sono cresciuta, perché appena ne avevo occasione viaggiavo con lui, sia sulle tratte nazionali che internazionali. Il ricordo più bello che conservo è di quando mi faceva sedere al posto di guida, mi sentivo importante. È così che è nato il mio desiderio di poter guidare veramente quei bestioni e non ho mai esitato a farlo. Appena ho potuto, a 21 anni, ho preso le patenti e ho iniziato a lavorare con papà.

Com’è lavorare con un genitore?

Non è sempre facile, bisogna far conciliare visioni diverse, per esempio nella gestione dell’azienda, e a volte lo scontro generazionale è inevitabile. L’importante però è sempre trovare un punto di incontro e riconoscere che una volta posso sbagliare io perché ho meno esperienza e una volta può sbagliare lui ad avere una visione meno moderna. In ogni modo, la sua presenza al mio fianco in cabina, soprattutto quando ero agli inizi, è stata fondamentale.

Quando hai iniziato a viaggiare da sola?

Una volta presa la CQC ho capito che era arrivato il momento che iniziassi a muovermi da sola, per capire davvero il lavoro e iniziare a cavarmela anche senza lui accanto che potesse consigliarmi o aiutarmi. E così ho preso il mio trattore con rimorchio telonato e ogni mattina partivo da Fontaniva, dove vivo, in direzione Venezia o Milano.

Perché parli al passato?

Dopo un brutto incidente nel febbraio del 2021 ho vissuto un momento difficile. Fortunatamente mi sono ripresa nel giro di poco e sono rimontata sul camion. Anche se l’incidente ha avuto un forte impatto su di me, ho pensato che ripartire subito fosse la cosa migliore da fare. Invece, qualche mese dopo, mi sono resa conto che avevo bisogno di una pausa e questa consapevolezza è coincisa con un’offerta di lavoro da parte di un’altra azienda di trasporto, che mi avrebbe però portata a lavorare in ufficio. Ho deciso di accettare e per circa un anno sono scesa dal camion. Ognuno ha i suoi limiti, mi sono detta, e io ho scelto di rispettare i miei.

Cosa ti ha spinto a ritornare?

Semplicemente mi mancava il camion. Ho sempre amato il mio lavoro, per quanto sia faticoso, e mi sono voluta rimettere in gioco, dimostrando a me stessa che anche io potevo fare quello che ha sempre fatto mio padre che, tra l’altro, in quel momento aveva bisogno di me. Oggi penso di aver trovato il giusto compromesso: viaggio con ritmi meno sostenuti e faccio tratte più brevi, in zona, e contemporaneamente do una mano in azienda a gestire la parte amministrativa.

Cosa ami di più del tuo lavoro?

Quando apro la porta del camion e salgo in cabina davanti a me si apre un altro mondo, mi sento una persona che ha realizzato un sogno, un obiettivo che mi ero posta. Mi ritrovo spesso a pensare al mio percorso e mi dico «Guarda dove sei arrivata!», nonostante i mille sacrifici e le insicurezze. Ma più di tutto amo la libertà di sentirmi una persona realizzata.

Cosa ti piace di meno invece?

Non ho ancora molta esperienza, ma per quel che ho visto e sperimentato, penso che dovrebbero esserci più strutture in grado di dare alle autiste più servizi, come un luogo sicuro in cui riposare la notte o servizi igienici adeguati. Devo poi ammettere che in strada si vede tanta maleducazione e inciviltà. Quando succede un incidente è facile dare la colpa ai camionisti solo perché guidiamo i mezzi più grandi, ma gli automobilisti spesso non si rendono conto che per noi è più difficile evitare determinate situazioni. Vorrei ci fosse più rispetto per il nostro lavoro.

Qual è per te la cosa più importante in cabina?

Due cose: un sedile comodo, che mi permetta di guidare per tante ore con una buona postura, e spazio a sufficienza, per potermi riposare adeguatamente e per poter portare con me tutto il necessario per un viaggio.

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(…) continua su “Uomini e trasporti” https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/jasmine-pojana-sono-la-figlia-orgogliosa-di-un-camionista-e-seguiro-la-sua-strada/


 

Buona strada sempre Jasmine!

 

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Auguri a tutte le partecipanti!

Abbiamo riportato qui nel nostro blog tutte le storie delle trenta partecipanti al quattordicesimo concorso per il “Sabo Rosa” . Manca ormai poco all’assegnazione del Premio offerto ogni anno dalla Roberto Nuti Group, in occasione della Festa della Donna, e che viene conferito a una lavoratrice del mondo dei trasporti. Il “premio” consiste in un esemplare unico dell’ammortizzatore Sabo tinto di rosa e in un pranzo in onore della vincitrice. Come sapete hanno diritto a ricevere il SABO Rosa: autiste di camion, bus, autoscale; meccaniche, dirigenti di aziende di trasporto, dipendenti o lavoratrici autonome in ogni settore della filiera: dalla produzione alla ricambistica, passando per la logistica.

Quest’anno sono veramente tante le partecipanti, sperando che sia un segno che la presenza femminile nel mondo dell’autotrasporto – sia di merci che di persone – sta aumentando, facciamo a tutte l’augurio di essere la vincitrice.

Anche se, per noi, sono già tutte vincitrici: per la passione che mettono nel proprio mestiere e per la grinta e la determinazione a superare tutti gli ostacoli e i pregiudizi che purtroppo ancora ci sono, anche se grazie a una presenza sempre maggiore di donne al volante le cose stanno pian piano migliorando. Auguri a tutte le colleghe e buona strada sempre!

 

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La storia di Maria Luisa

 

In concorso per il Sabo 2023 c’è anche Maria Luisa, camionista e conducente di autobus!

Questo è il link:

https://www.sabo.it/maria-luisa-ciurca/

Questa la sua intervista:

 

Maria Luisa Ciurca

Attività: Autista di camion e autobus
Residenza: Nizza Monferrato (AT)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

L’ho capito a 18 anni, quando mi sono fidanzata con mio marito, che ha un’azienda di autotrasporto. Così ho cominciato a viaggiare assieme a lui, oltre i confini nazionali. Da sempre ho la passione per i motori e la meccanica, compravo motorini, motociclette, l’apecar, ma da quel momento l’idea di prendere la patente di guida per i camion ha guadagnato una ragione in più.

Oggi sono conducente di autobus, per la Bus Company di Cuneo, e sono l’unica donna in città che guida un autosnodato, sia nelle tratte urbane sia in quelle extraurbane.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho visto il post su Facebook e mi sono incuriosita. Ho deciso di iscrivermi perché è una bella iniziativa dedicata alle donne autista.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Ogni lavoro ha i suoi pro e contro. Guidando l’autobus mi piace l’idea di essere in giacca e cravatta e di avere orari certi, cosa che ad esempio non capita quando si guidano i camion. È anche vero che si hanno molte responsabilità, trasportando persone, e ci sono tempi che non è sempre facile rispettare perché si guida nel traffico cittadino. Però è un lavoro che mi gratifica e piace molto.

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Gloria e i suoi sogni!

 

Un altro bel articolo che racconta la storia di Gloria, la nostra amica e collega in concorso per il Sabo Rosa 2023,  i suoi sogni, la  sua passione per i camion, con tante belle fotografie, lo trovate sul Corriere di Romagna.

Questo è il link:

https://www.corriereromagna.it/una-26enne-di-cesena-e-perito-informatico-specialista-nella-cura-delle-unghie-ed-in-corsa-per-il-titolo-di-camionista-dell-anno/

Questa la sua storia:

Una 26enne di Cesena in corsa per il titolo di camionista dell’anno – Gallery

Perito informatico, specialista nella cura e ricostruzione delle unghie e… In corsa per diventare la camionista dell’anno.
Passioni completamente diverse quelle che caratterizzano la cesenate 26enne Gloria Benazzi.
«Passioni che sono nate in ordine inverso rispetto a come si sono sviluppate nella mia vita – racconta al telefono da Conegliano, città dove ora vive col fidanzato – Il mio cuore batte prevalentemente per i camion e per guidarli. Anche perché in mezzo ai Tir sono cresciuta fin da piccola nell’azienda che era gestita da mio padre».
Attualmente la 26enne romagnola è in lizza tra le trenta autotrasportatrici italiane che si giocheranno il “Sabo Rosa”: ovvero il titolo di camionista dell’anno.

Un destino quasi inevitabile finire in questo concorso per lei, donna e amante di un lavoro e di veicoli che storicamente sono più legati al genere maschile.
«In provincia c’è chi ricorderà la Benazzi Trasporti. Era la ditta di mio padre, una ditta che ora non c’è più. Ma è il luogo che fin da piccola mi ha fatto crescere in mezzo ai camion. Inevitabile che mi innamorassi di questo lavoro. I camion e la Romagna, anche se la vita poi mi ha portato per ora altrove, fanno parte costantemente del mio essere. Conosco bene Fabio Vignali (dell’omonima ditta di Bertinoro, ndr) e ci ho già portato “in visita” il mio ragazzo. Fa anche lui l’autotrasportatore e sa già che il nostro futuro sarà all’insegna dei camion in Romagna».

E dire che il cammino di Gloria sembrava essersi avviato in maniera molto diversa. Anche se ancora in un ambiente prevalentemente maschile. «Ho fatto l’Iti al Pascal. Indirizzo informatico. Chiaramente ero l’unica femmina in classe. Una scuola che mi è piaciuta anche se, nel cassetto dei rimpianti, c’è il non aver fatto l’indirizzo elettronico. Magari con i camion mi sarebbe stato più utile rispetto all’informatica. Comunque non sono del tutto a secco di certe tematiche. Se c’è da mettere mano a fili e collegamenti riesco abbastanza bene; e quando serve mi metto all’opera».
Basta guardare le decine di foto sui social network di Gloria Benazzi per notare anche mani davvero molto curate: qui emerge la sua ulteriore passione.
«Ho preso la patente del camion quasi subito, a 21 anni. La ditta di mio padre non c’era più e mi ero trasferita a Bologna dove, con una collega, ho aperto ed abbiamo condiviso un centro estetico. La mia specialità sono i trattamenti alle unghie. Il centro estetico è stato aperto per sei anni. Poi mi si è presentata un’occasione che non potevo rifiutare».

Gloria è risalita in cabina. «In Olanda mi è stato offerto di stare costantemente alla guida dei camion. Per una azienda che si occupa di trasporto fiori e carne. Un’esperienza bellissima che mi ha fatto notare anche quanto sia impegnativa la vita sul camion e le problematiche che si devono affrontare quotidianamente in viaggio».
Gloria è proprietaria anche di uno Scania 143 d’epoca, che coccola come tutti i collezionisti fanno con il loro oggetto più prezioso. «Adesso vivo a Conegliano con il mio fidanzato. Ho riaperto un centro estetico con l’idea di affidarlo comunque ad una dipendente. Perché contemporaneamente faccio il jolly per aziende di autotrasporti che a chiamata mi fanno fare viaggi. Quando c’è bisogno. Ma comunque la mia intenzione è tornare in Romagna. E, come il mio ragazzo, fare costantemente la vita in cabina».

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La storia di Marina

 

Anche Marina è candidata al Sabo Rosa 2023, lei per professione guida un furgone sulle strade della Liguria.

Questo il link:

https://www.sabo.it/marina-veskovic/

Questa è la sua intervista:

Marina Veskovic

Attività: autista di furgoni
Residenza: Pietra Ligure (SV)

Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Fin da quando ero bambina la guida mi è sempre piaciuta. Se devo trovare un responsabile di questa passione, è certamente mio nonno, che mi faceva sedere accanto a lui mentre guidava e mi faceva “dare una mano” quando c’era da fare qualche lavoro al motore. Così ora guido un furgone per le consegne della spesa a domicilio per alcuni supermercati del territorio. Io vivo a Pietra Ligure e la mia zona va da Finale Ligure a Ventimiglia. A volte mi capita di viaggiare da Imperia a Finale anche tre o quattro volte al giorno. Ma è un lavoro che mi piace molto. Nel tempo libero mi dedico al volontariato, guidando un’ambulanza e un’automedica per le emergenze.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho visto il post sfogliando Facebook e penso sia un’iniziativa molto bella per l’universo femminile. Fino a pochi anni fa non si parlava delle donne autista. Invece è importante che questa parte del mondo del lavoro emerga perché le donne al volante sono molto brave, attente e precise. Per esempio, quando quattro anni fa sono stata assunta dalla ditta per cui lavoro, ero l’unica donna in servizio. Tanto che all’inizio ci furono scommesse su quanto avrei resistito: quelli più ottimisti mi davano un paio di mesi. Ad oggi ho visto passare tantissimi uomini che hanno rinunciato al lavoro perché troppo pesante e faticoso, mentre io continuo senza problemi. Anche per i capi è stata una sorpresa ma dopo di me hanno iniziato ad assumere altre ragazze.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il lato positivo è che non si sta chiusi in un posto e anche se si percorre la stessa strada, si notano sempre cose nuove e si incontrano tantissime persone. I lati negativi non sono tanti e per lo più sono irrilevanti. È chiaro, si lavora in mezzo al traffico e agli imprevisti, ma credo che i problemi nella vita siano altri.

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Le trevigiane in concorso!

 

Al concorso per il Sabo Rosa 2023 non sono iscritte solo camioniste ma anche diverse autiste di autobus.

In questo articolo di  Manuela Dona su TREVISO TODAY ecco le concorrenti “trevigiane”!

Il link:

https://www.trevisotoday.it/social/camionista-dell-anno-tre-donne-trevigiane-in-corsa-per-il-titolo.html

 

E l’articolo:

Camionista dell’anno: tre donne trevigiane in corsa per il titolo

Una guida tir, due autobus, macinano migliaia di chilometri l’anno

Sono 30 le lavoratrici nella filiera dei trasporti che si sono candidate alla 14esima edizione del Sabo Rosa. Si tratta del riconoscimento che, in occasione della Festa della Donna, viene conferito alla “Camionista dell’Anno” durante la cerimonia, che si svolgerà martedì 7 marzo

Promotore dell’iniziativa, il Roberto Nuti Group, importante realtà industriale internazionale fondata nel 1962 a Bologna, leader nei ricambi e nei componenti nel settore del veicolo commerciale, ferroviario e agricolo. La “Camionista dell’Anno” riceverà un esemplare unico dell’ammortizzatore Sabo con la livrea rosa.

Sette le venete e tre le autiste trevigiane in corsa per il titolo.

GLORIA BENAZZI
Attività: autista di camion. Residenza: Provincia di Treviso

gloria benazzzi
gloria benazzzi

“Fin da piccola il mio papà mi portava con sé in camion e nella sua azienda di trasporti. Più il tempo passava, più aumentavano i chilometri che facevo con lui, più io mi sentivo nel mio mondo, nella mia isola felice. Quei tre scalini mi portano sempre nella mia isola di pace. Dopo il diploma ho lavorato in ufficio, nella gestione logistica dei viaggi, fino all’età in cui ho potuto prendere le patenti superiori. All’inizio dello scorso anno ho deciso, assieme al mio compagno, di affidarmi a un’impresa che fa trasporti all’estero: abbiamo viaggiato quasi un anno in Germania e Olanda, portando fiori e carne appesa. Un’esperienza che da un lato mi ha permesso di guidare per tantissimi chilometri, ma dall’altro mi ha sconfortato, perché eravamo sempre in giro e spesso ci trovavamo in situazioni di vero disagio. Così ora faccio trasporti giornalieri per aziende del mio territorio. E non rinuncio al sogno di aprire un’azienda di trasporti mia, anche se in tanti mi dicono che oggi non conviene.”

ADRIANA CAVERZAN
Attività: autista di autobus. Residenza: Treviso

adriana caverzan
adriana caverzan

“Quando ero in quinta elementare la maestra ci chiedeva cosa avremmo voluto fare da grandi. Io rispondevo sempre che il mio sogno era di diventare conducente di autobus. E così è stato. Ho sempre avuto una grande passione per i viaggi in pullman e in corriera, tanto che prima dei 21 anni avevo già seguito i corsi di teoria e, non appena ho avuto l’età giusta per fare anche l’esame di guida, ho preso la patente D. Oggi sono conducente di linea urbana a Treviso, per l’azienda Mobilità di Marca, e quando occorre, faccio anche qualche corsa extraurbana.”

LIDIANA RIZZANTE
Attività: Autista di autobus. Residenza: Preganziol (TV)

lidiana rizzante
lidiana rizzante

“Gli autobus mi sono piaciuti fin da bambina. Il mio papà era un autista e, in famiglia, sia io sia mio fratello abbiamo seguito le sue orme. È un lavoro che amo molto, anche se negli ultimi tempi è cambiato rispetto al periodo in cui guidava mio padre, quando l’autista era una figura che si rispettava. Guidare mi piace e lo faccio sempre col sorriso, salutando tutte le persone che salgono a bordos. Bisogna essere positivi e gentili. Io però dico sempre: “Al mattino indossa un sorriso, va sempre di moda”. Da ottobre 2022 sono autista della linea MOM (Mobilità di Marca) urbana ed extraurbana di Treviso, a volte verso i comuni limitrofi e altre guidoi fino a Venezia. È un lavoro molto vario, posso dire che non ci si annoia mai.”

La storia delle candidate

Il premio
Il Sabo Rosa è stato istituito nel 2010 e, finora, è stato consegnato a una campionessa di cronoscalata (nonché autista del camion che ospita la vettura da corsa), una vigile del fuoco autista di autoscale, una conducente di pullman, alla titolare di un’officina meccanica e a otto camioniste: due bolognesi, una livornese, una modenese, una lombarda, una altoatesina e tre provenienti dal Veneto. Chi sarà la prossima a festeggiare l’8 marzo con il prestigioso “esemplare unico” riservato all’autista dell’anno?

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La storia di Livia

 

Livia ha deciso di prendere la patente del camion per poter cambiare lavoro…ed è felice di averlo fatto, ora partecipa al concorso del Sabo Rosa 2023 per dare valore alle donne autista!

Questo è il link:

https://www.sabo.it/livia-manolache/

Questa la sua intervista:

Livia Manolache

Attività: Autista di camion
Residenza: Selvazzano Dentro (PD)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Prima della pandemia ho cominciato a cercare un nuovo lavoro perché, essendo una ragazza madre, avevo bisogno di aumentare il budget della famiglia. Guardando negli annunci ho notato che tantissime aziende cercavano autisti e così ho deciso di prendere la patente . E sono molto contenta di averlo fatto. Oggi guido per un’azienda di trasporti del Veneto e i viaggi mi permettono di tornare a casa da mia figlia tutte le sere.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Perché ho rispetto per le persone che fanno questo lavoro e questa mi sembra una bella iniziativa per dare valore a tutte le donne autista.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il lato positivo è che sul camion ci sei tu con la tua volontà e le tue capacità. Non c’è nessuno che ti guarda o ti giudica, e se sei bravo e sai gestirti, è un lavoro che ti lascia molta libertà. Poi mi piace moltissimo viaggiare e conoscere persone nuove e posti mai visti, scoprire l’Italia. Per il resto io sono una persona che si adatta a tutto.

 

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La storia di Silvia

 

Silvia lavora nell’azienda di famiglia, alternando la guida del camion al lavoro d’ufficio, ora ha deciso di partecipare al concorso del Sabo Rosa!

Questo è il link:

https://www.sabo.it/silvia-chiari/

Questa la sua intervista:

 

Silvia Chiari

Attività: autista di camion
Residenza: Neive (CN)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Fin da quando frequentavo le scuole superiori ho dato una mano per la fatturazione nell’azienda di autotrasporti di famiglia. Dopo il diploma ho lavorato per qualche anno in una software house ma poi ho preferito entrare nella società dei miei genitori. Oggi lavoro in ufficio e seguo la parte amministrativa e la logistica, ma ho la patente C e quando occorre do una mano anche con i camion. La nostra è una piccola realtà circondata da grandi aziende di trasporto. Una specie di Davide in un territorio pieno di Golia. Però siamo contenti, perché c’è lavoro per tutti.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho seguito le scorse edizioni del Sabo Rosa e mi è sempre piaciuto leggere i profili delle candidate e scoprire. Quest’anno mi sono decisa e ho voluto provare anch’io.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Sono molto soddisfatta quando riusciamo a far circolare tutti i mezzi dell’azienda, ma è anche vero che le istituzioni supportano poco il mondo del trasporto. Questo è un lavoro che in pochi vogliono fare.

Da parte mia, essere una donna in un mondo prettamente maschile ha significato qualche difficoltà, soprattutto quando ho preso la patente e la certificazione CQC (la Carta di Qualificazione del Conducente, obbligatoria per tutti i conducenti professionali, ndr). Lavoriamo in provincia, sono l’unica donna che si occupa di camion, e vengo guardata con un po’ di diffidenza.

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La storia di Adela

 

Adela è una padroncina e del lavoro da camionista ama tutto, ma proprio tutto! E anche lei partecipa al Sabo Rosa 2023 perchè trova l’iniziativa molto inclusiva, visto il settore prettamente maschile.

 

Questo è il link:

https://www.sabo.it/adela-beatriz/

Questa la sua intervista:

 

Adela Beatriz

Attività: autista di camion
Residenza: Rimini

Quando e come è nata la tua passione per i camion? Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Guidare i camion è sempre stata la mia passione. Mio papà aveva una piccola ditta di autotrasporti e fin da piccola sono stata abituata a vedere i camion parcheggiati davanti a casa. C’è una frase che porto sempre con me: “Quello del gasolio non è un cattivo odore, è il profumo che mi ricorda papà”. Oggi guido un bilico che ogni settimana viaggia in Germania, carico e scarico per FIDEL Trasporti di Padova. Sono titolare della mia ditta e faccio tutto da sola: dalla guida alla manutenzione, fino alla fatturazione elettronica.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho partecipato al Sabo Rosa perché è una iniziativa molto originale e inclusiva in un settore prettamente maschile.

Cosa non ti piace e cosa ti piace di questo lavoro?

Dell’essere autista mi piace tutto: la libertà, l’indipendenza, la possibilità di fotografare i paesaggi che attraverso. Le mie foto hanno più di 1.200.000 visualizzazioni su Google. L’alba e il tramonto sulla strada sono bellissimi. La cosa che non mi piace è rimanere tutta la settimana lontana dai miei tre figli. Però così facendo i momenti assieme prendono più valore.

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La storia di Celia

 

Celia è figlia d’arte e con la sua famiglia ha aperto un’azienda di trasporti diventando a sua volta autista, ora partecipa al Sabo Rosa 2023 per dimostrare che anche le donne possono fare lavori considerati da sempre maschili.

Questo è il link:

https://www.sabo.it/celina-florina-tivadar/

Questa la sua intervista:

 

Celia Florina Tivadar

Attività: autista di camion
Residenza: Alessandria

Quando e come è nata la tua passione per i camion? Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Mi sono avvicinata per la prima volta al mondo dei trasporti quando avevo 11 o 12 anni e ho girato l’Italia sul camion di mio padre, che faceva questo mestiere e spesso mi prendeva con sé. Nel 2017 abbiamo deciso di aprire una piccola società composta da me, i miei genitori e mio marito, anche lui camionista. Ho iniziato come impiegata, poi, incoraggiata da loro, ho preso la patente e ho cominciato a guidare. Trasportiamo prevalentemente container al porto di Genova.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho deciso di partecipare perché ho sempre ammirato le donne che riescono ad  eccellere nei lavori tradizionalmente maschili. Vorrei essere un esempio per tutte le donne che vogliono avvicinarsi a lavori simili ma si lasciano intimidire da quello che la società, o gli stessi uomini, potrebbero pensare di loro.

Cosa non ti piace e cosa ti piace di questo lavoro?

Una delle cose brutte di questo lavoro sono le notti passate in autogrill, dove a volte è difficile trovare posto per il camion o, in alcuni casi, ci si trova in aree dove mancano addirittura i servizi igienici. Per fortuna il lavoro che svolgo non richiede particolare forza fisica ma comunque, quando capita di aver bisogno, c’è sempre un collega pronto ad aiutarmi. Mi piace il fatto che questo lavoro non sia per nulla noioso, ogni giorno ci sono nuovi posti da esplorare e nuove sfide da superare.

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