Non so se è solo un troll…
Non so se è solo un troll il “personaggio” che oggi ha lasciato questo commento sotto un mio video su You Tube:
Non so se è solo un troll il “personaggio” che oggi ha lasciato questo commento sotto un mio video su You Tube:
Sul sito “Il mio libro” ho trovato questo racconto di Giovanna Ferlenghi che vede protagonista una camionista. Visto che oggi ha nevicato è l’occasione giusta per leggerlo. Questo è il link:
https://ilmiolibro.kataweb.it/storiebrevi/397976/la-camionista/
Racconti di Giovanna Ferlenghi
Da sola, durante uno dei soliti estenuanti viaggi di lavoro alla guida del proprio tir, una donna riflette su come le sono andate le cose nella vita e a come sia stata incapace di cambiarla. Finché una rivelazione traumatica non le ridarà una consapevolezza nuova.
Emilia era stanca, guidava quel bisonte della strada ormai da dieci ore, perciò decise che si sarebbe fermata all’area di servizio successiva. La prima neve cominciava a scendere, fitta e sottile. Ricordò che il servizio meteo aveva annunciato forti precipitazioni a carattere nevoso, ma lei, per la fretta, non ci aveva badato.
Era partita in ritardo sulla tabella di marcia perché a casa aveva avuto non pochi problemi di organizzazione domestica per il periodo della sua assenza. Si occupava anche di quello: degli altri quando non c’era. Respinse con fastidio l’immagine di Luca, suo marito, che invece di mostrarsi collaborativo, prima della sua partenza aveva deciso che non poteva proprio rinunciare alla partita. Subito dopo il pranzo domenicale era uscito per andare allo stadio, manifestando anche così la sua solita strafottenza. Inutile lamentarsi, era fatto così.
Si rifiutava di svolgere qualsiasi compito che riteneva competesse a “una femmina”, eppure: non aveva nulla in contrario che “la femmina” guidasse per interminabili ore un camion dalle proporzioni gigantesche. Purché portasse i soldi a casa. Che poi, tra il mutuo per il minuscolo bilocale in cui vivevano stipati e le continue richieste dei due figli adolescenti pieni di pretese, non erano mai abbastanza. Emilia era consapevole e ormai rassegnata al fatto che i suoi straordinari sarebbero continuati all’infinito.
Stava per infilare la corsia d’uscita per l’area di servizio quando squillò il cellulare. Senza togliere gli occhi dalla strada afferrò l’apparecchio, ebbe appena il tempo di dare un’occhiata allo schermo, che proferì un’imprecazione. Quello che aveva tra le mani era il cellulare di Luca, e ovviamente il messaggio era per lui; a causa di quella partenza affannata lo aveva scambiato con il suo. Già immaginava la rabbia del marito, che per la sua inguaribile distrazione la rimproverava spesso.
Sorrise tra sé, pensando che quegli aggeggi sono considerati la causa più frequente di scoperta dei tradimenti, ma su quel fronte lei non aveva nulla da temere, era tranquilla che da Luca non avrebbe avuto brutte sorprese.
Osservò l’insolito panorama dell’autostrada su cui fioccava ormai abbondante la neve: ciò che scorgeva dal finestrino era un uniforme e omogeneo strato di bianco scintillante. Uno spettacolo degno delle migliori feste natalizie, ma preoccupante per lei che avrebbe dovuto raggiungere all’alba l’ortomercato per effettuare le consegne. E certo il suo datore di lavoro non le avrebbe perdonato una mancata consegna. Al minimo sgarro, soprattutto per lei che era donna, il licenziamento sarebbe stato la regola.
Si ricordò dell’avviso di messaggio, pensando che poteva trattarsi del solito rimprovero di Luca che l’avvertiva dell’errore “imperdonabile”. Tuttavia, lesse ben altro.
Quel “Buongiorno amore, mi manchi già” non era certo riferito a lei, ed era oltretutto corredato da tanto di firma. Una certa Lisa pareva dunque essere nei pensieri e anche nel letto di suo marito. Le sfuggì una risata nervosa. Quell’uomo di mezza età, antiquato, dall’aspetto insignificante, così tirchio da costringerla a fare gli straordinari pur di non contribuire al bilancio familiare, aveva una relazione, e lei non si era mai accorta di nulla. C’era da non crederci, se non avesse avuto tra le mani la prova che tutto era reale.
Non intuiva a che punto fosse la relazione né da quanto tempo durasse, ma in quel momento si rendeva conto di tanti particolari a cui non aveva mai prestato granché attenzione. Le tornarono in mente le resistenze del marito ogni qual volta gli chiedeva di stare di più in casa, i suoi silenzi rancorosi quando domandava che cosa ne facesse dello stipendio, dato che di contribuire all’economia domestica non se ne parlava, di tutte le volte in cui stava lontano da casa per i corsi di aggiornamento fuori sede, e che adesso avevano uno scopo ben preciso: darsi appuntamento in qualche albergo con l’amante, cena inclusa. A sue spese, ovviamente. Mentre lei si dannava in mezzo a quella maledetta neve.
Adesso però tutto questo doveva finire, sarebbe tornata indietro senza troppi scrupoli: al diavolo le consegne, d’ora in poi non avrebbe più sgobbato su quel bisonte della strada agli ordini di un fanatico schiavista che pretendeva la percorrenza di itinerari degni di un approdo lunare. Si sarebbe licenziata, subito. Poi avrebbe messo Luca con le spalle al muro. A quel punto decise, per correttezza, di chiamare il suo “padrone”: che inviasse qualcuno per darle il cambio perché la merce non andasse perduta. Lei si sarebbe concessa una notte di riposo in un motel vicino, e l’indomani avrebbe deciso il da farsi. Tutta la sua vita stava per cambiare, e forse non in peggio. Guardò un’ultima volta la strada tutta bianca, pensando che ormai non riusciva nemmeno più a distinguere la terra dal cielo…
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Si sentì scrollare le spalle, improvvisamente. Con fatica aprì gli occhi, vide il viso del marito chino su di lei che le parlava preoccupato:”Finalmente, ben tornata tra noi. Quando mi hanno avvertito, dalla descrizione dell’incidente pensavo che non ne saresti uscita viva. Tutto per questa maledetta nevicata. Ma, per fortuna, ne sei uscita quasi illesa. Il dottore ha detto che tra non molto potrai tornare a casa”. Emilia gli sorrise debolmente, poi, in pace con sé stessa, richiuse gli occhi, pensando con tristezza che a casa non sarebbe tornata più. Almeno con lui.
Questo articolo me l’ha segnalato un amico, è la storia di una collega, Valentina, che ha deciso di cambiare strada: è scesa dal camion e ha realizzato il suo sogno, aprire un bar tutto suo!
Le facciamo i nostri migliori auguri di “buona strada” per la sua nuova avventura lavorativa!
Questo è il link dell’articolo:
https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/sfida-crisi-bar-saronno-1.5802411
E questo è il testo:
Domenica Valentina Beretta inaugurerà la caffetteria: “Incosciente? Ho fiducia nel futuro”
Saronno (Varese), 11 dicembre 2020 – In un momento in cui tante saracinesche si abbassano con la prospettiva di non alzarsi più c’è chi come la cerianese Valentina Beretta trova il coraggio di aprire una nuova attività. Una nuova commerciante saronnese davvero temeraria, se si considera che aveva deciso di aprire, anche solo in modalità asporto, durante il parziale lockdown della zona arancione. In realtà anche in questo caso la fortuna ha aiutato gli audaci, visto che l’arrivo della zona gialla permetterà alla nuova barista di servire caffè e brioche ai tavoli del proprio locale a partire da domenica.
Ma facciamo un passo indietro. Valentina Beretta ha 36 anni, è madre di due figli di 18 e 3 anni e per anni ha lavorato come autista di camion per un’azienda. “Avere un mio bar è sempre stato il mio desiderio – ha spiegato –. E nei mesi scorsi ho avuto modo di riflettere, di pensarci bene, alla fine dell’estate ho deciso che era arrivato il momento e ho acquistato il locale dai precedenti proprietari che, purtroppo per loro, non ce la facevano più, dando fondo a tutti i miei risparmi”.
Il bar di Valentina si chiama “Caffetteria La Vale” e si trova in via Miola a metà strada tra il centro e la Cassina Ferrara. Uno spazio che ha cambiato proprietà diverse volte e che la 36enne ha completamente rinnovato. Si era organizzata per aprire solo con l’asporto, come previsto per i bar in zona arancione: “In realtà avevo programmato di aprire sabato, ma quando ho saputo che la Lombardia diventava zona gialla, ho posticipato a domenica, un modo per festeggiare la fine di un altro brutto momento, anche se non possiamo certo dimenticare il dramma che tante persone hanno vissuto e stanno vivendo”.
Insomma il cambio di modalità non ha preoccupato Valentina Beretta che ha terminato di allestire gli interni in modo da “far accomodare i clienti, non più di 4 per tavolo e ben distanziatì“. Valentina, che ha scelto Saronno per il grande passaggio, è consapevole di aver fatto una scelta decisamente controcorrente e temeraria: “Lo so che ci vuole coraggio, in tanti mi hanno detto “sei un’incosciente“, ma c’è anche chi mi ha fatto i complimenti definendomi addirittura una eroina”. Il suo segreto è proprio quello di guardare avanti con speranza: “Io sono una donna che ha sempre pensato in positivo, voglio avere fiducia e spero di darne agli altri, anche a chi è stato colpito e teme di non risollevarsi: coraggio, ne usciremo”.
A chi si preoccupa (giustamente) di non poter prendere l’aereo per poter tornare a casa, guardate questo video di dove sono stati “buttati” i nostri colleghi che volevano tornare in continente dalla Gran Bretagna…
Buon Natale a tutti!
Buon compleanno Gisy!!!
Gli anni passano e non li contiamo più, però continuiamo a festeggiarli qui nel blog e nella vita!
In questa foto siamo insieme alla targa “Buona strada” numero 1 ! La prima in assoluto, sono passati tanti anni da quella sera, il gruppo è cresciuto anche e soprattutto grazie a te che ci fai sempre da portavoce e mantieni i contatti.
Quindi a nome di tutto il gruppo delle Lady Truck ti mando una camionata di auguri di buon compleanno!
Buona strada sempre cara amica e collega!
Ciao lady
Quante volte ho dovuto rinunciare a un evento , un
appuntamento o semplicemente una cena fra amici causa il mio lavoro; tante, con rassegnazione perché questo mestiere è così per tutti, fa parte dei lati negativi.
Stavolta sarei andata a salutare una collega che ci ha lasciato, anche se sarò a pochi km non potrò essere presente e la cosa mi rattrista. Ma Germana sarà la prima a capirmi perché anche per lei il lavoro era molto importante e ha sacrificato altre cose per svolgerlo con dedizione.
Forse qualcuno di voi la ricorda in un video che Rai due ha riproposto molte volte. L’ho conosciuta a metà degli anni novanta , ascoltavo attentamente i suoi consigli e mi ha passato un trasporto che era stato commissionato a lei , che non voleva o poteva accettare, non saprei dirlo, ma convinse me che sarebbe stata una bella esperienza, che ci sarebbe stato il giusto trattamento , sia economico che personale e così fu: una settimana a portare in giro per il nord Italia una mostra espositiva di piastrelle particolari, facendo tappa in alberghi a tante stelle. Aveva visto giusto, ho conosciuto persone speciali con cui sono rimasta in contatto per anni. Sono andata a salutarla a casa sua, dove per anni l’ho vista passando, oppure scambiando qualche battuta davanti ad un caffè, ma stavolta non mi poteva rispondere.
Era orgogliosa della sua esperienza al volante, della sua tenacia e del suo saper affrontare ogni novità con il suo carattere esuberante. Era stata la prima camionista in provincia e lo ricordava entusiasta, le piaceva partire e consegnare la merce ovunque l’avessero commissionata con la cura di un custode diligente . Le piaceva essere ammirata per essere tenace, combattiva, per il suo gusto nel vestire, le piaceva la musica e ballare, e una delle figlie ha scelto per lei un abito che la rendesse principessa un’ultima volta… era bella così, esattamente come quando usciva per andare a ballare… e così voglio ricordarla.
Ciao Germana, buon ultimo viaggio, ovunque tu vada…
Gisella
Buongiorno a tutte le ladies!
E’ iniziata in questi giorni la presentazione delle candidature alla dodicesima edizione del Sabo Rosa, premiazione che avverrà l’8 marzo 2021 con la consegna del famoso ammortizzatore rosa offerto dalla Roberto Nuti Group a donne attive nel settore dell’autotrasporto sia come autiste che come titolari di azienda, passando per le officine, la ricambistica ecc. Un riconoscimento dedicato a tutte le donne, sempre più numerose, che ogni giorno affrontano un settore ancora prettamente maschile infrangendo i pregiudizi e dimostrando che con la volontà e la passione si può fare tutto!
Se siete interessate o volete proporre qualche vostra collega questo è il link del sito:
https://www.sabo.it/parte-la-corsa-del-sabo-rosa-2021/
E questo è il testo della presentazione:
“È partita la dodicesima edizione del Sabo Rosa, il tradizionale riconoscimento che, in occasione della Festa della Donna, come Roberto Nuti Group conferiamo a una lavoratrice del mondo dei trasporti. Per partecipare si può già inviare la propria candidatura (o suggerire il nome di un’altra persona) entro le ore 12.30 del 12 febbraio 2021 compilando in pochi minuti l’apposito form in questa pagina. Dalle ore 9 del 13 febbraio, e fino al 28 febbraio 2021 sarà poi il momento delle votazioni online sul sito sabo.it, sulla base delle candidature pervenute.
Alla “Camionista dell’Anno” verrà consegnato, nella giornata di lunedì 8 marzo 2021, un pezzo unico del nostro ammortizzatore Sabo tinto di rosa. La cerimonia si svolgerà nella nostra sede bolognese. A presiedere la giuria sarà Elisabetta Nuti, direttore finanziario del Gruppo.
Hanno diritto a ricevere il Sabo Rosa: autiste di camion, bus, autoscale; meccaniche, dirigenti di aziende di trasporto, dipendenti o lavoratrici autonome in ogni settore della filiera: dalla produzione alla ricambistica, passando per la logistica. La giuria che valuterà le candidature, anche sulla base delle motivazioni indicate nel form online, sarà composta da giornalisti e, soprattutto, dalle dipendenti del nostro Gruppo.
Il Sabo Rosa è stato istituito nel 2010 e, finora, è stato consegnato a un’autista dei Vigili del Fuoco, un’autista di pullman, alla titolare di un’officina meccanica e a otto camioniste: due bolognesi, una livornese, una modenese, una lombarda e tre provenienti dal Veneto. Chi sarà la prossima a festeggiare l’Otto marzo con il prestigioso “pezzo unico” da autista dell’anno?”
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Queste sono le vincitrici delle precedenti edizioni:
Niente pranzo delle Lady Truck quest’anno… il 2020 sarà ricordato come un anno triste, a causa di un virus che ha ucciso migliaia di persone, che ha costretto in casa milioni di persone per settimane, che ci ha fatto cambiare vita e abitudini… e che sembra che ancora non ci voglia abbandonare, perchè se è vero che il numero dei contagiati sta diminuendo è anche vero che il numero delle vittime ogni giorno è ancora altissimo.
Nel nostro piccolo, come gruppo, abbiamo dovuto rinunciare al nostro pranzo annuale, dove ci ritrovavamo tra colleghe e amici per passare una giornata di festa. Quest’anno non si può, ci rifaremo in primavera se tutto andrà bene…
E visto che la domenica che avevamo scelto, come d’abitudine, era la prima di dicembre, ho pensato di ripescare qualche foto delle vecchie edizioni per festeggiare almeno qui nel blog. Sapete cos’è la cosa più difficile in quel giorno? Riuscire a fare una foto di gruppo con tutte le partecipanti, credo che non ci siamo mai riuscite, manca sempre qualcuna!!!
Cosi nelle foto qui sotto ci sono un pò delle partecipanti ad alcune edizioni del pranzo, ma mai tutte…
Chissà che la prossima sia la volta buona?
Buona domenica a tutte le colleghe e a tutti i nostri amici, e un saluto particolare a Mauro che ci ha sempre ospitato nel suo ristorante, verremo appena possibile!
Anno 2015
Più o meno tutti gli anni tra la fine di novembre e i primi di dicembre nevica…
Più o meno tutti gli anni in cui nevica chi di dovere è impreparato…
Più o meno tutte le volte succede un gran caos…
Più o meno tutte le volte la colpa è dei camionisti…
Direi che come categoria ne abbiamo le scatole piene di sentirci addossare le colpe da chi non fa il suo dovere!!!!!!!
Non è nostra competenza buttare il sale e pulire le strade….
E forse andrebbe fatto PRIMA di creare inutili ingorghi…
Questa è la SS 336 dell’Aeroporto della Malpensa ieri…una crosta di ghiaccio sotto la neve che continuava a scendere….
Per non parlare di quello che è successo sulle autostrade che collegano la Lombardia alla Liguria…
Buona strada a tutti sempre…
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