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Beatrice e il libro….

 

Continuo a pubblicare le foto del nostro libro nelle vostre mani!

Sabato ho incontrato per la prima volta Beatrice per consegnarle il libro, abitiamo nella stessa provincia ma “on the road” non ci siamo mai trovate, non è cosi semplice come sembra, orari, tragitti, non sempre coincidono…

Ma che bello è conoscere ragazze giovani che intraprendono la “carriera” di camioniste?

Sperando di leggere anche la sua storia nella prossima edizione del libro che vorremmo fare, per continuare a raccontare le nostre esperienze di donne autiste!

E dopo un pò di chiacchiere non potevano mancare un paio di foto insieme!

Buona strada sempre Beatrice, è stato un piacere conoscerti!!!!

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La storia di Frida

 

Un’altra testimonianza tratta dalla pagina del sito  di “Uomini e trasporti” dedicata alle donne camioniste: “Anche io volevo il camion”,  sempre a firma di Elisa Bianchi.

E’ la storia di Frida che a quarant’anni cambia mestiere e si mette al volante di un camion, non è mai troppo tardi per iniziare la professione di autista!

Buona strada Frida!!!

Questo è il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/frida-fiocco-professione-autista-dal-mercato-al-camion-come-cambiare-la-vita-a-40-anni/

 

Inizia cosi:

Frida Fiocco, professione autista «Dal mercato al camion. Come cambiare la vita a 40 anni»

Fino a sei anni fa era un’ambulante di frutta e verdura. Poi, dopo che supermercati sempre più diffusi hanno messo in crisi quell’attività, la vita le ha chiesto una strambata. Così, è salita su un bilico e ha indossato una maschera da dura. Ma dietro c’è tanta voglia di normalità

«Essere uomo o donna dal punto di vista strettamente lavorativo non fa la differenza. Il problema più grande, per noi donne, è il tempo». Frida Fiocco ha le idee piuttosto chiare in merito a questo lavoro. Frida ha 46 anni e vive a Villa Estense, in provincia di Padova, e da quasi sei anni è alla guida di un bilico per il trasporto di frutta e verdura. Le colleghe la descrivono come una che ti osserva guardinga e che non le manda a dire. «La verità è che questo mestiere ti costringe a indossare la maschera da dura – spiega – ma sotto sotto sono una persona normalissima».
Partiamo dalla sua normalità, quindi, per raccontare la sua storia di straordinarietà. Sì, perché le donne autiste oggi sono ancora poche, pochissime verrebbe da dire guardando i dati che fotografano una situazione chiaramente ancora sbilanciata: la percentuale di donne alla guida di un veicolo è ferma al 2%, in Italia così come in Europa, mentre nel 2020 le autotrasportatrici sono calate di mille unità.

Ma come ci è arrivata Frida alla guida di un camion?

Ho iniziato la mia carriera come venditrice ambulante nei mercati, banco frutta e verdura. C’era parecchio lavoro all’epoca e dovevamo utilizzare il camion, per questo presi le patenti, anche se il mezzo che guidavo all’epoca era molto più piccolo del bilico che guido oggi. Poi il mercato è andato in crisi per via dei supermercati e così ho dovuto riciclarmi, anche se cambiare tutto a quarant’anni non è stato semplice. La vita è una serie di coincidenze e così poco tempo dopo ho conosciuto un ragazzo che lavorava nel Consorzio dove poi effettivamente sono andata a lavorare anche io, il Trans Lusia. Sapeva che avevo le patenti e mi ha proposto di provare: se non mi fossi trovata bene avrei sempre potuto cambiare strada.


(…)  Il resto della storia lo potete leggere nella pagina di Uomini e trasporti !

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La storia di Romina

 

La storia di un’altra collega, Romina, l’ho trovata nel sito ufficiale della loro azienda di famiglia, dove lei lavora e guida il camion da tanti anni.

Augurandole sempre una buona strada vi metto il link dell’articolo:

https://cristelli.it/gruista-donna/#more-564

E il testo che inizia cosi:

Donna come La Gru!

Posted in Evoluzione Cristelli da Jessica Cristelli

 

Piena di risorse, instancabile e meravigliosa: la donna. Non potremmo immaginarci un mondo senza, lei può tutto e non si arrende mai. Lo sappiamo bene noi, che nella forza di Donatella abbiamo sempre trovato l’ispirazione per dare il massimo. La donna è tenace, come la nostra Romina, che da vent’anni ormai si trova perfettamente a suo agio alla guida di uno Scania.

Nonostante il settore, in cui domina la presenza maschile, la donna rappresenta da sempre una figura portante all’interno della nostra azienda. Sulle orme di Donatella, che fin dalle origini trasmette positività e determinazione nella conduzione aziendale, le donne della Cristelli non si sono mai lasciate intimidire dalla maestosità di una gru o dal rombo di un camion. Al contrario, c’è chi al mattino preferisce svegliarsi all’alba per fare un trasporto eccezionale, piuttosto che sedersi in ufficio davanti a un computer.
Fin da piccola Romina ha la passione per i camion con gru e con ansia aspettava l’estate non tanto per andare al mare, come tutti i suoi compagni di scuola, ma per accompagnare il papà nei suoi viaggi di lavoro con lo Scania. Durante la sua adolescenza ha iniziato a lavorare in ufficio con la zia, che però ha ben presto capito la vera vocazione della ragazza: preferiva infatti stare in magazzino a riordinare con il muletto piuttosto che passare le giornate a gestire burocrazia.

 

(…) continua sulla pagina ufficiale

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Il libro nelle vostre mani!

 

Il nostro libro viaggia e piano piano raggiunge

sempre più colleghe e amici!

Ecco altre foto che lo ritraggono nelle vostre mani!

 

Silvana

Lissy

E’ arrivato anche in Svezia dalla collega Cathie!

 

E  ultimo per oggi Stef !

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MA QUANTE SIETE?

 

“Ma quante siete?” credo che sia una domanda che molte di noi si siano sentite spesso rivolgere nel corso della vita.

Arrivi per la prima volta a scaricare in un’azienda e ti guardano stupiti, qualcuno ti dice: “Sei la prima camionista che vedo!”, qualcun altro  “Che bello, finalmente una donna invece dei soliti  omaccioni!”, poi di seguito ti chiedono “Come mai hai scelto di  fare questo mestiere?” e dopo “Ma quante siete?”

Già, quante siamo? Non lo sappiamo nemmeno noi, nel gruppo siamo tante ma non ci siamo mai contate anche perché è praticamente impossibile conoscerci tutte tra di noi.

Quando ancora si usava comunicare col baracchino e ti mettevi a chiacchierare con qualcuno saltava sempre fuori il discorso sulle colleghe : “Conosci questa, conosci quella…”, “Io una volta ho incontrato una ragazza su un bilico…” e via di seguito.

E il più delle volte tu non le avevi mai incontrate né avevi mai sentito parlare di loro…

Non ho mai capito perché molti davano per scontato che in quanto donne ci dovessimo conoscere tutte tra di noi, anche se sarebbe stato bello!

In effetti nel corso degli anni ho conosciuto parecchie colleghe e ne ho anche incrociate tante con cui ci siamo scambiate un semplice sorriso o un gesto di saluto. Però credo di averne “conosciute” di più tramite gli articoli di giornale, soprattutto negli ultimi tempi. Si perché non c’è verso, una donna camionista fa sempre notizia. Una donna al volante di un camion è ancora vista come un’anomalia. Negli ultimi mesi è capitato di leggere di ragazze e donne che hanno dato una svolta alla loro vita, hanno mollato tutto per fare le camioniste (sono gli articoli che linko nelle pagine di questo blog quando li trovo,  una sorta di benvenuto nel nostro mondo oppure di ben vista nel caso di colleghe di lungo corso con cui non c’è mai stata l’occasione di incontrarsi di persona).

E’ bello sapere che molte ci riescono, che realizzano un sogno o che cercano di fare nuove esperienze di vita. Dico molte ma in realtà non è che siano poi cosi tante …io continuo col mio giochetto di guardare quante altre donne incrocio alla guida di un camion, quel famoso 2% sul totale dei camionisti di cui si legge spesso non sembra tanto corrispondere alla realtà. Logicamente non è che riesco a vedere in tutti i camion che incrocio, lo faccio solo sulle statali dove si è più vicini.

In una settimana di solito incrocio tre/quattro colleghe, e spesso sono le stesse, con alcune siamo amiche, con altre ci si saluta e basta… a volte nemmeno quello perché le vedo all’ultimo istante… Poi è logico che io non percorro tutte le strade d’Italia, il mio è soltanto un discorso di percentuali.

Tornando alla domanda iniziale “Ma quante siete?” mi viene da rispondere poche, pochissime, sembrava che sarebbero state le donne a risolvere il problema della carenza di nuovi autisti e al contrario sembra che invece che aumentare il numero delle camioniste stia diminuendo…peccato. (Anche questa cosa l’ho letta in un articolo!).

 

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La storia di Aneta, un’autista in rosa

 

Anche questa intervista non è nuova, è di marzo 2020 e l’ho trovata come sempre nelle mie ricerche gironzolando nel Web.

Aneta è una collega che fa distribuzione a Roma per la Fercam, questo è il link dell’articolo:

https://www.fercam.com/it/news-stampa/news/aneta-kolanek-unautista-in-rosa–1-606.html

E questa è la sua storia:

 

08.03.2020

Aneta Kolanek: un’autista in rosa

Da ottobre dello scorso anno, Aneta Kolanek collabora con FERCAM come autista, un ruolo che spesso nell’immaginario viene considerato maschile. Intervistandola, abbiamo potuto scoprire il suo carattere intraprendente, il suo approccio limpido e genuino, l’invidiabile grinta con cui fronteggia le sue giornate.

 

Com’è essere una delle pochissime donne che svolgono questa professione?

È vero che questo mestiere di solito è riservato agli uomini, però per me non è una cosa così strana e non mi trovo in difficoltà. Nella vita ho sempre fatto lavori pesanti, quindi lo trovo normalissimo. Per esigenze familiari ho guidato trattori, ho lavorato in una fabbrica di treni,… non mi è nuovo fare cose che di solito si pensa le donne non facciano. Io mi sento di poter fare tutto e non mi manca niente!

Ti capita di sentirti discriminata perché donna?

Non mi trattano diversamente perché sono donna, ed è giusto così, secondo me. Non c’è discriminazione, anzi. Un esempio? Una volta ho scaricato una lastra di ferro da 170kg. Dal magazzino c’erano ben 3 uomini a guardare l’operazione, e nessuno di loro si è mosso per dare una mano. Quella volta in verità ci sono rimasta male, dopo aver scaricato li ho guardati e non ho potuto non commentare il loro comportamento

E i clienti come reagiscono?

Mi fanno tanti complimenti! Molti clienti sono sorpresi, li vedi che pensano “Oddio! È una donna! È la prima volta che vedo una donna arrivare per fare consegne per FERCAM”. A volte commentano ad alta voce e allora io chiedo “Ma le fa piacere?” e mi rispondono “Sì! Magari ce ne fossero di più! Più donne ci vorrebbero, voi capite di più!”. Il fatto di dimostrare gentilezza, ascoltando le esigenze di chi ho di fronte, viene molto apprezzato. Con la gente bisogna saper parlare e mi fa piacere poter fare felici i clienti, è quello che mi dà più soddisfazione. Altrimenti il lavoro diventa stressante, i rapporti non sono buoni e la giornata si fa pesante. Una volta ho avuto a che fare con un cliente insoddisfatto, che voleva cambiare fornitore. Gli ho parlato con tranquillità, convincendolo che se ci fossero stati problemi li avremmo risolti insieme. Ogni volta che ci vado ora è sempre sorridente e non ha mai più parlato di lasciare FERCAM.

Ci racconti un po’ di te?

Sono polacca, sono in Italia da 20 anni, mi sono sposata qui e ho 4 figli. Vivo in campagna, ad Aprilia, con 12 cani e 7 gatti. Da quasi sei mesi collaboro con FERCAM. In Italia sono venuta quando avevo 18 anni, in cerca di lavoro. Non parlavo la lingua e non conoscevo la cultura, è stato come ricominciare da zero. Piano piano sono andata avanti, cominciando dal lavoro che potevo fare in cui non era necessario comunicare con gli altri (le pulizie). Ma non mi sono fatta spaventare, mi sono adattata: dopo 6 mesi parlavo italiano e ho trovato un lavoro stabile presso una famiglia con 3 figli. Ma non era un lavoro per me, preferisco di gran lunga guidare un camion che fare le pulizie!

Sono sicuramente cresciuta in una cultura diversa: io vedo i miei figli andare a scuola come se fosse il parco giochi, ma in Polonia è come un addestramento, per me è stato un ambiente molto rigido e severo. Mia madre ha sempre lavorato in fabbrica, era uno dei responsabili perché sapeva manovrare tutti i macchinari. Anche mio padre ha sempre fatto lavori pesanti, da operaio.

Come si svolge la tua giornata lavorativa tipo?

Mi alzo alle 3 di notte, alle 4 sono fuori casa, alle 5 comincio a caricare il furgone. Intorno alle 7, al massimo, esco e vado a fare il giro nella mia zona. Una volta terminate le consegne torno al magazzino, restituisco ciò che non ho potuto consegnare, vado in ufficio per chiudere il giro e lasciare i documenti. Se finisco presto comincio a caricare per il giorno successivo. Ma questo non significa che il giorno dopo mi sveglio più tardi! Alle 5 il giorno dopo sono comunque in magazzino, a prendere in consegna altre bolle.

Come concili impegno lavorativo e vita familiare?

I miei figli ormai sono indipendenti, il primo ha 20 anni, l’ultima 11. Stanno con mio marito e io li vedo nel fine settimana, perché non posso andare avanti e indietro da Roma tutti i giorni, quindi sto in settimana in città da un’amica. Ho in progetto di comprare una macchina per poter tornare a casa la sera, spero di poterlo fare presto.

E nel fine settimana che cosa ti piace fare?

Ballare! Ho un grande stereo, in campagna non disturbo nessuno e posso fare festa con i miei figli. Se c’è bel tempo facciamo un bel barbecue. Gioco coi miei cani e cerco di divertirmi il più possibile, recuperando tutto quello che non ho potuto fare gli altri giorni. La giornata e mezza che ho con la mia famiglia cerco di godermela il più possibile.

Quali sono i lati migliori e quelli peggiori di questo lavoro?

È un lavoro in cui non ci si annoia, si incontrano persone diverse, ci sono sempre occasioni per fare una battuta. La parte che preferisco è poter rientrare a sera con il furgone vuoto, avendo consegnato tutto, quella è una soddisfazione.

Lati negativi? Mah… sai l’unica cosa che mi viene in mente? Il traffico!

Se potessi cambiare qualcosa?

Ho sempre affrontato di petto tutto quello che mi si è presentato davanti e sono molto orgogliosa di quello che ho imparato e che ho saputo fare. Rifarei tutto da capo allo stesso modo. Nella vita non ti devi mai pentire di tutto quello che passi, chi incontri, che cosa ti capita sulla strada. Perché quello è, non si può cambiare, è da accettare.

Grazie mille Aneta per il tempo che ci hai dedicato e per aver condiviso la tua storia!

 

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Arrivano!!!!

 

La distribuzione del nostro libro “Soprattutto camioniste” è cominciata: tanti pacchi sono  stati spediti e tanti sono già arrivati a destinazione!

Queste foto sono di alcune delle colleghe che hanno partecipato con la loro copia nuova nuova tra le mani!

E’ per noi una grande gioia essere riuscite a portare a termine questo progetto e un immenso grazie va a tutte le ragazze/colleghe che hanno collaborato raccontando le loro esperienze di vita, i loro sogni, le loro emozioni, i loro problemi, il loro mondo visto dalla cabina di un camion!

 

Grazie a tutte e buona strada sempre!

Se siete interessati a riceverne una copia scriveteci alla nostra e-mail ladytruckbuonastrada@libero.it

e vi spiegheremo come fare!

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Perchè scrivere un libro?

 

 

Perché scrivere un libro sulle camioniste?

Perché volevamo creare una sorta di diario di bordo delle esperienze, delle emozioni, delle gioie e delle difficoltà che le donne che hanno deciso di fare questo mestiere hanno dovuto affrontare nel corso degli anni. Non è sempre facile diventare una “donna camionista”. Sono ancora tanti i pregiudizi e gli stereotipi legati a questo mestiere.

Nel 1998 una rivista femminile fece un sondaggio da cui risultò che il sogno delle italiane  era di fare la camionista. La qual cosa suscitò molto stupore nell’opinione pubblica.

Alcuni anni dopo, nel 2011, un’altra inchiesta mise in evidenza che sempre più donne svolgevano lavori considerati fino ad allora prettamente maschili: fabbre, camioniste, calzolaie, ecc.

A distanza di altri dieci anni, stando alle statistiche, il numero delle donne camioniste non è però aumentato di molto.

Siamo ferme al 2% del totale degli autisti. Non sappiamo quale sia la fonte esatta di questo dato, se fa riferimento alle patenti superiori attualmente in corso o ad altre cose.

La cifra sembra si aggiri sulle 2000 persone, e comunque il 2% vorrebbe dire che ogni cento camion che incrociamo, due dovrebbero essere guidati da donne. Provate a guardare nelle cabine se questo dato corrisponde alla realtà…

Il lavoro del camionista è da sempre considerato un lavoro da uomini, perché ci vuole la forza fisica – ora un po’ meno, almeno per guidare – perché è faticoso e impegnativo, comporta anche lunghe trasferte lontano da casa, notti passate in cabina, dover affrontare intemperie, neve, gelo, freddo d’inverno, ma anche il caldo estivo, le lunghe attese nei luoghi di carico/scarico e tutte le operazioni per effettuarli, come legare, aprire e chiudere centine piuttosto che attaccare tubi alle cisterne, ecc, ecc, e poi occuparsi della documentazione, sapersi destreggiare in ogni situazione.

Insomma, secondo gli uomini, queste non sono “cose” da donne…

E invece… invece nel corso degli anni ci sono state donne che hanno sognato di farlo questo mestiere e donne che ci sono riuscite, sono salite in cabina e ci sono rimaste, chi per brevi periodi, chi per tutta la loro vita lavorativa.

(….)

 

Questa è una delle prime pagine del libro…. poi continua con i 52 racconti scritti dalle ragazze del gruppo corredati da tante fotografie…

Se siete interessati/e a leggere le nostre storie scriveteci una mail all’indirizzo ladytruckbuonastrada@libero.it

e vi daremo tutte le informazioni necessarie!

Buona strada sempre!

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Il nostro libro!

 

 

Ce l’abbiamo fatta!

L’abbiamo stampato il “nostro” primo libro!

Le storie di 52 ragazze del gruppo,

per descrivere la vita delle camioniste italiane!

 

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Eccolo!

 

Finalmente è pronto!

Prossimamente vi dirò tutto!

Per ora l’anteprima della copertina!

Grazie di cuore a tutte le partecipanti!

Buona strada sempre!!!

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