Buona Strada LILIANA!!!
A tutte noi ha sempre portato un rispetto esagerato, lei che non guidava neanche l'automobile, riteneva che guidare un camion fosse "un'impresa ciclopica", lei che aveva investito tutte le sue forze a costruire il tessuto di un'Associazione come l'ALTS e ha provato sulla sua pelle, la malattia, che domenica se l'è portata via!
VOGLIA DI LEGGEREZZA
Scritto da Liliana Dama, Guida Editore |
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Che succede se improvvisamente la vita si fa buia? Che cosa accade se, a un certo punto, e quando non te lo aspetti, irrompe nella tua esistenza la malattia? Succede ciò che è capitato a Liliana Dama, sociologa, impegnata da tempo nel volontariato, moglie e mamma di medici, per giunta entrambi oncologi: torni a riconsiderare la tua esistenza e capisci che il futuro non potrà essere come è stato il passato ma che, proprio dal passato, puoi trovare le energie per poter continuare ad andare avanti.
Ristrutturando te stessa, mettendo in ordine le cose, riconsiderando le priorità, aggrappandoti a spezzoni della tua esistenza che ti hanno regalato momenti felici. Liliana Dama ha raccontato questo e altro in Voglia di leggerezza (edizioni Guida, pagg. 58, euro 8,50, da oggi in libreria), un diario intimo rivolto al pubblico, il racconto di grandi malinconie ma anche di grandi gioie. «Ogni volta che mi sento triste – scrive l’autrice, chiudendo il libro – guardando l’universo, mi riconcilio con il mondo. Tanta bellezza, tanti colori, tanta musica, appartengono al mio passato, al mio presente e spero anche al mio futuro. La mia anima può così abbandonare il cancro e, chiudendo gli occhi, lasciarsi cullare dalla bellezza del mare e dalla leggerezza dei ricordi». Un inno alla felicità, appunto. Che fa da contrasto alla malinconica citazione iniziale di un passo di Giampaolo Rugarli: «Rimane la circostanza che mi è stato tolto non un insignificante pezzo di vita, bensì un giardino incantato dove, con la fantasia, anche oggi mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe indugiare». È questo contrasto – tra il bianco e il nero, tra la gioia e il dolore – il filo conduttore di un racconto che è innanzitutto un caldo invito alla riflessione sul senso della vita, una fermata (necessaria) nella nostra folle corsa quotidiana. Del dolore dell’autrice scrive in prefazione il marito, Giuseppe D’Aiuto, oncologo, una vita trascorsa tra chi soffre, punto di riferimento di migliaia di donne operate di tumore al seno. Anche il suo racconto è coinvolgente perché è in equilibrio tra la figura del medico e quella del marito: «Quando scambi la vita con la sofferenza degli altri, allora essere medico ti restituisce per lo più il lato colpevole della felicità, l’illecito di quel profondo desiderio di vivere». |
BUONA STRADA LILIANA!!!!
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