Un libro sull'Autotrasporto scritto da una neomamma
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Ciao a tutte/i
su IL VENERDI' di Repubblica uscito qualche settimana fa c'era un articolo-intervista ad Enrico Bini, prima autotrasportatore e ora Presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, parla di "ndrangheta", tema farebbe pensare più a un'altra Reggio e invece…
http://redacon.radionova.it/index2.php?/leggi_news.php?id=14169&origin=N&ogg=notizie&categoria=1&pag_prox=1
Siamo solidali con il Sig. Bini che per diverso tempo è stato lasciato solo in questa battaglia e gli auguriamo
BUONA STRADA Sempre!!!
Ciao a tutte/i
chi non conosce la mitica Elda, sorriso sempre pronto, tanta disponibilità e tanta tanta simpatia…. Elda che ha coinvolto tutte le venete che ha conosciuto, Lei che ha sempre una buona parola per tutti, domani deve affrontare una prova difficile, perchè è sempre così, quando si tratta di salute… Le mando un abbraccio da parte di tutte e……
IN BOCCA AL LUPO!!!
Ciao a tutte/i
queste pagine tante volte hanno dato spazio agli auguri per la convalescenza delle LADY
TRUCK, sono state create anche per questo, ridurre le distanze, essere vicine a chi per cause di forza maggiore si trova in convalescenza, essere presenti con le parole per far compagnia a chi non è ON THE ROAD e ne soffre, perchè ognuna di noi quando è ai box, dopo un pò si sente soffocare dalle mura di casa o di un ospedale…
Stavolta è la nostra colleghina ROSSY ad essere impossibilitata a condividere le strade, ad essere in convalescenza e tutte sappiamo quanta tristezza mette dover recuperare energie e forze per poter riprendere la strada. FATTI FORZA tira fuori quel sorriso che ci manca così tanto…
Mando un abbraccio a ROSSY e un AUGURIO di BUONA CONVALESCENZA!!!
Ti aspettiamo presto ON THE ROAD!!!
BUONA STRADA SEMPRE!!!
Ciao a tutte/i
è una giornata in cui tanti media hanno indirizzato la loro attenzione alla Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle donne, questo blog ne ha parlato diverse volte, senza la ricorrenza della giornata e lo faremo ancora.Questa è una battaglia che miete più vittime della mafia e come tale è un problema sociale.Molti comuni e province hanno messo in campo iniziative con l'obbiettivo di proteggere e difendere le donne, non tutte hanno funzionato o sono state recepite col giusto spirito e li hanno indirizzati a correggere il tiro, d'altra parte è un campo nuovo per tutti e si possono fare sbagli.
Ringraziamo le varie Associazioni di volontariato, che tramite gli strumenti dell'ascolto, dei consigli, della tutela legale, l'ospitalità, la protezioni fisiche cercano di dare aiuto a tante donne che si trovano a subire violenza.
Nessuno ha il diritto di sopraffare un altro essere umano, Nessuno ha il diritto di abusare di un altro essere umano. Le statistiche riportano dati da brividi, anche se qualche domanda viene spontanea… E' proprio vero che il Nord sia terreno di maggiore violenza o al Sud c'è più abitudine al "silenzio" perchè i panni sporchi si lavano in casa? Spero che il numero di donne che trovano il coraggio di chiedere aiuto aumenti… Non esiste nessun valido motivo per subire violenza.
NO alla Violenza sulle Donne!!!
BUONA STRADA a TUTTE!!!
Questo è un link di un simpatico concorso, si votano le smorfiette di tanti piccoli; la piccola Sara vi partecipa, iscritta da Franco e Samantha, le “zie” Lady Truck potrebbero votarla; sono tutti bellissimi ma SARA è la nostra preferita perché… fa parte del gruppo, ancor prima di vedere la luce del sole… Le auguriamo BUONA STRADA, nel concorso e nella vita!!!
E’ più semplice di come sembra… VOTATE SARA!!!
http://www.nasinopulito.it/default.aspx?idPage=14285
Ciao a tutte/i
Ieri ho incontrato ancora una volta la mamma di Michela, è sempre difficile ma allo stesso tempo emozionante, perché anche se non posso alleviare il suo dolore, posso ascoltare le sue parole e condividere le sue lacrime, parlare delle sue difficoltà a continuare una vita senza una figlia che le dava tanta forza e che le manca tantissimo.
Posso guardarla negli occhi quando parla di Claudia, l’altra figlia, con cui condivide il dolore e la responsabilità di crescere Jessica, posso vedere la gioia con cui racconta delle nipoti, posso vedere che splendida persona sia…
La famiglia di Michela è per me un esempio ed un confronto, so bene cosa voglia dire perdere un familiare, so bene quanta discrezione e sensibilità ci voglia ad avvicinarsi… e in punta di piedi mi sono avvicinata, perché veder partire qualcuno per andare al lavoro e sapere da un estraneo che non ci sarà più un’occasione per parlarci e uno strazio troppo grande… ci vuole tempo ad accettarlo e lascia una ferita che non rimargina mai…
La mamma di Michela, Nadia, è una persona dolce, schietta e diretta, a cui vuoi bene istintivamente, non si piange addosso, si è rimboccata le maniche e ha preso in mano la situazione, senza mai lamentarsi se non della malinconia che le mette addosso la mancanza di sua figlia.
NADIA, CLAUDIA e JESSICA ringraziano con tutto il cuore chi ha contribuito a raccogliere la cifra che gli abbiamo consegnato;
a chi ha partecipato alla partita, giocatore o spettatore…
invitano tutte/i a non dimenticare mai Michela e il suo impegno per migliorare il lavoro, suo e dei colleghi, senza aver avuto nulla in cambio.
Il percorso di questa famiglia è molto duro e noi gli auguriamo
BUONA STRADA!!!
gisy
UN BACIONE A TUTTE E BUONA STRADA SEMPRE! TOPONA
Ciao a tutte/i
Oggi è la giornata mondiale della Sicurezza Stradale, vorrei scrivere di questo argomento, ma sono talmente tante cose da scrivere che non so da dove iniziare; ad esempio mi chiedo perché i media ne hanno parlato così poco, il ministro dei trasporti ha firmato il 27 ottobre la “Carta Europea della Sicurezza Stradale che più che un documento politico dovrebbe essere un accordo per intraprendere iniziative concrete per ridurre il numero delle vittime degli incidenti stradali e non mi sembra che abbia avuto il dovuto risalto.
Le inchieste che ho visto hanno trascurato diversi aspetti e non mi sono piaciute perché accusano spesso i camion e i camionisti, a priori, senza coerenza con le problematiche della circolazione; la mia impressione è che si tenda a reprimere con sanzioni e sottrazione di punti patente ma che verifiche e controlli siano indirizzati solo verso certi utenti della strada escludendone altri a priori… come dice un mio amico “in divisa” :” Vuoi che sulle telecamere non si vedano tutte le infrazioni che vediamo noi viaggiando, ma solo l’eccesso di velocità?”oppure :” Vuoi che le risorse manchino solo in certi casi e non in altri?”
Sarebbe un fiume di parole quello per analizzare la situazione e non sono certo io un’esperta, ma in realtà ognuno di noi ogni giorno è a contatto con questa realtà e vede cosa si potrebbe migliorare…
In questa giornata voglio ricordare le nostre vittime della strada, i nostri amici e/o colleghi che hanno perso la vita svolgendo la loro professione; non si dovrebbe MAI morire di Lavoro, eppure troppo spesso l’opinione pubblica Dice:”…..MA FACEVA IL CAMIONISTA!!!”
Non deve passare il messaggio che è scontato che un camionista prima o poi ci rimetta la vita o l’integrità fisica.
Sicurezza Stradale è una bella parola, la strada va condivisa e tutti gli utenti andrebbero protetti tutti allo stesso modo.
BUONA STRADA a Tutte/i!!!
gisy
Ciao , ho trovato questo articolo che mi è piaciuto molto, e spero non vi dispiaccia se lo pubblico qui, perchè anche se dell'anno scorso, fa sempre piacere sentir parlare del mondo nascosto delle… donne camioniste…
Non solo uomini alla guida dei camion che solcano la penisola
Quelle donne che domano i «bisonti»
Ambra Craighero
MODENA – Chi non associa la figura del camionista al viaggiatore un po' solitario con lo spirito "on the road"? Chi non ha passato le ore a leggere gli pseudonimi dei conducenti di tir scritti con le lucine e i led sui parabrezza, immaginando le loro destinazioni nelle dogane, negli interporti, dopo interminabili viaggi notturni intervallati dai truck stop? Ma qualcosa è cambiato e da qualche anno a bordo delle cabine dei bisonti non ci sono solo amuleti kitsch, poster o calendari osé con l'ultima ragazza di Playboy. Sempre di più fanno la loro comparsa oltre quei vetri tendine di raso ricamate a mano, tappetini leopardati e targhette con soprannomi che poco hanno a che fare con l'identikit del camionista tradizionale. Sono donne al volante, di quelle però che la sanno lunga, altro che aneddoti e barzellette. Hanno sì le mani unte di grasso per aver cambiato un pneumatico da 70 chili, perché anche loro, come i colleghi uomini, ci pensano due volte prima di chiamare il gommista. Ed è con questa filosofia che le Lady Truck si fanno largo con i loro tir per le strade dell'Italia a suon di chilometri con il sudore e la fatica. Solo in questa associazione sono ben 120, tutte italiane, e le si può riconoscere grazie alle t-shirt rosse con le scritte «Pink road, buona strada».
30 MILA KM AL MESE – «Sono 15 anni che guido i tir e posso dire con certezza che siamo sempre di più a fare questo mestiere – ci racconta Gisella Corradini, modenese di 43 anni, che tutti i giorni parte da Fiorano, alle porte di Modena, a pochi passi da Maranello e percorre 500 km per trasportare merce leggera ai cargo city dell'aeroporto di Malpensa -. A occhio e croce siamo sicuramente almeno un migliaio in tutta la Penisola. Viaggiando di notte come faccio io ho incontrato molte donne che fanno quasi sempre la stessa tratta. È così che è nata l'idea di radunarci in un’associazione e ribattezzarci "Lady Truck". Sentivamo l'esigenza, non avendo un sindacato di categoria che ci rappresenta, di unirci per condividere le nostre storie, per darci dei buoni consigli sulla sicurezza stradale e su come fare al meglio questo mestiere. Ed è bastato un passaparola per essere qui a condividere questo lavoro come un'autentica rivelazione». Anche se molte di loro sono dietro alle quinte e preferiscono l'anonimato. «È vero ci sono molti "angeli della strada"- conferma Anna Manigrasso, presidentessa di Assotir – e questo tessuto sociale di donne invisibili in realtà è ben strutturato nel mondo dell'autotrasporto. Abbiamo a che fare con donne concrete, con un grande temperamento, che si muovono nel rischio e che spesso a casa hanno delle famiglie. Molte di loro aiutano il marito della conduzione dell'attività. È chiaro che questo lavoro lo si può solo fare con il coraggio e la passione». Passione, che per alcune di loro significa guidare autotreni lunghi 18 metri, con a bordo 150 quintali di merce.
«LA MISTERIOSA» – È il caso di Rosa Di Gregorio, 31 anni di Orgiano, un piccolo borgo di 3.175 abitanti che sorge alle pendici dei Colli Berici, nella bassa provincia vicentina. «Mio papà è camionista da più di trent'anni, qualche anno fa viaggiava insieme a mia mamma, che è anche lei è un'attenta guidatrice e navigatrice. In famiglia siamo tre figlie e a un certo punto, dopo la maturità, ho deciso che avrei iniziato a guidare per essere utile alla nostra causa. Nessuno se lo aspettava e solo mio papà mi ha incoraggiato fino in fondo. La maggior preoccupazione erano le notti. Ho fatto esperienza e ora tutti i giorni guido il mio autotreno da Verona fino a Bolzano o Merano e mi sento finalmente libera». Libertà che spesso viene messa alla prova dai trasferimenti notturni, che sono preferiti per la minore circolazione di altri autoveicoli. Saliamo con Rosa a bordo del suo tir e con lei iniziamo un viaggio e subito alla prima curva incrociamo un altro camion che lampeggia i fari. «Ci conosciamo tutti e comunichiamo via radio con i cb (ricetrasmittenti veicolari portatili, ndr) che ci tengono compagnia durante i tragitti. Ognuno di noi ha un nome di battaglia e io mi chiamo "Misteriosa"». Rosa impugna il ricevitore e dall'altra parte c'è "Lupo", un camionista che provvede a dare dei consigli alla collega : «Ciao Misteriosa, le strade sono pulite, non c'è molto traffico. Buon lavoro e per qualsiasi cosa chiamami». Il maggior timore quando si guida per ore un bestione in autostrada è la notte nelle aree di servizio. «Bisogna stare molto attente – riprende Gisella – e occorre farsi furbe. Con gli anni abbiamo imparato a evitare piazzole poco illuminate e poco raccomandabili. Una volta chiuse nel tir, siamo al sicuro».
MARZIA, «IL JOLLY» – Il nostro viaggio a bordo dei tir continua e a Salsomaggiore ci aspetta Marzia Guareschi, 44 anni e due figli. «Sono nata sul camion, ho sposato un camionista (il marito Enzo Rigolini, ndr) e ho allattato i miei figli sui tir. Da sei anni sono il jolly dell'azienda e guido a turno tutti i cinque tir che abbiamo a disposizione per fare delle consegne di mangimi per animali». La tratta di Marzia è la Salsomaggiore-Perugia, tutti i giorni. A volte accompagna il marito, spesso va da sola, ma preferisce guidare di giorno. «Mi piace da impazzire questo lavoro e ho realizzato il sogno della mia vita, grazie a mio marito che non mi ha mai ostacolato. Ha capito subito che tra me e il tir c'era un feeling speciale, perché oltre ad occuparmi dei figli e della contabilità, cambiavo i flessibili e le lampadine». Ma non è solo il fascino della guida, il segreto di tanta abnegazione. «Per me il tir è una casa e spesso ho il piacere di condividere i viaggi con Enzo – ci racconta con la luce negli occhi Marzia -. Abbiamo scoperto che nella cabina di guida riusciamo a parlare di tutta la nostra vita con maggior disinvoltura». Ma non solo parole nelle cabine, anche progetti: «Vorremmo festeggiare il nostro 25° anniversario di matrimonio girando per l'Europa sul nostro Tir, fino ad arrivare in Lapponia». È quasi sera e la notte scende come un sipario, per alcune di loro le luci della strada sono come i sogni.
23 maggio 2009
www.corriere.it
Buona Strada Colleghe ….
Buona Strada Colleghi che avete rispetto per noi…
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